A Napoli una boccata d’ossigeno per la Pallacanestro Trieste

A Napoli, Trieste si è affidata più al talento dei singoli che a un gioco corale. Due punti fondamentali, ora la testa va agli impegni con Galatasaray e Reyer

Lorenzo Gatto
Lo sguardo soddisfatto di Ross, mattatore della sfida contro Napoli Foto Ciamillo/Lasorte
Lo sguardo soddisfatto di Ross, mattatore della sfida contro Napoli Foto Ciamillo/Lasorte

Due punti in cassaforte, l’incubo di un avvio stagione caratterizzato da tre sconfitte consecutive, scongiurato. La Pallacanestro Trieste espugna il campo di Napoli e tira un sospiro di sollievo, dimostrando di possedere quella capacità di reazione che era il primo test da superare dopo i ko in campionato contro Trapani e in Champions League a Würzburg. La trasferta campana era un passaggio chiave per valutare il potenziale mentale e tecnico del gruppo e la risposta è arrivata sul piano del risultato: la squadra sa lottare e vincere anche in una serata non brillante.

Cantiere aperto

La Trieste vista a Napoli è effettivamente ancora un cantiere aperto. I due punti sono arrivati, ma la sensazione è che la squadra non abbia ancora ingranato la marcia giusta, vincendo più con il carattere e il talento dei singoli che con un gioco corale e fluido. I progressi si sono notati in difesa, a parte i troppi secondi tiri concessi e un terzo quarto in cui Napoli ha trovato troppa facilità al tiro, con una pressione che ha sporcato le percentuali avversarie e ha permesso, a sprazzi, di capitalizzare in ripartenza. Il rovescio della medaglia è l’attacco: la manovra è apparsa ancora troppo statica, con poco movimento di uomini e palla, spesso ridotta a dipendere dalla giocata estemporanea. Un sintomo di una chimica che deve ancora svilupparsi e di meccanismi offensivi che necessitano di ben altra fluidità.

Fuochi d’artificio dai singoli

Per fortuna di coach González, quando il sistema balbetta emergono le individualità, e quelle decisive hanno risposto presente. Markel Brown, ex di turno e grande protagonista in avvio, ha messo subito in chiaro che per lui non sarebbe stata una partita come le altre, dettando il ritmo offensivo con la sua energia e le sue penetrazioni. Sugli scudi il centro Sissoko, una presenza costante nel pitturato e un fattore difensivo, a dimostrazione di una crescita che lo rende sempre più solido. Decisivo il contributo di Davide Moretti, che con la sua intelligenza tattica e i canestri nei momenti cruciali ha dato ordine e concretezza. Menzione d’onore per Colbey Ross: spesso criticato in questo avvio, nel finale ha risposto con canestri pesanti, zittendo gli scettici e dando prova di freddezza nei possessi che contano.

Mistero Toscano-Anderson

Se alcuni hanno brillato, altri sono apparsi decisamente sottotono. Lo sguardo è puntato in particolare su Juan Toscano-Anderson. L’ala con in tasca l’anello NBA vinto con i Golden State Warriors non sta brillando per continuità e impatto. Il suo talento è innegabile, la sua esperienza un lusso, ma il contributo in campo finora è stato al di sotto delle aspettative. La sua capacità di elevare il livello di gioco in entrambe le metà campo è vitale per le ambizioni di Trieste, e un suo sblocco, mentale prima che tecnico, potrebbe dare quel quid in più per trasformare una vittoria di carattere in una prestazione convincente.

Test di fuoco

Il calendario, però, non aspetta. La vittoria a Napoli è il primo passo, ma il vero banco di prova è dietro l’angolo. Mercoledì sera al PalaTrieste arriverà il Galatasaray per la seconda giornata di Champions League, un test europeo di altissimo livello che dirà molto sulle reali ambizioni continentali della squadra. E subito dopo, sabato 19, il derby veneto in trasferta contro Venezia, un classico del campionato che rappresenta un termometro sempre affidabile. —

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