La lunga sfida tra Vicenza e Triestina: con Pavanel l’ultimo successo

Sabato al Menti si rinnova un confronto classico. Nel 2019 lo stadio berico fu terra di conquista grazie a Costantino e Procaccio dopo un raid di Bariti

Guido Roberti

TRIESTE Il fascino di Vicenza-Triestina è misurato dalla storia, due piazze gloriose del calcio italiano, una – l’Unione – costretta ad avvolgere il nastro al bianco e nero per riaccendere ricordi di serie A, l’altra – il Vicenza – con tonalità più accese grazie ai gol di Paolo Rossi o all’epopea di fine millennio con la Coppa Italia vinta e la semifinale di Coppa delle Coppe persa con il Chelsea.

E poco importa se l’attuale L.R. Vicenza, grazie alla fusione col Bassano, è la continuazione de facto del Vicenza fondato nel 1902, la Triestina a sua volta di ripartenze ne ha viste fin troppe.

Vicenza e Triestina si sfideranno per la 54ma volta in campionato, numero dispari ad oggi perché nella stagione 2019/2020 il campionato venne fermato dalla pandemia con la promozione in B a tavolino dei berici, allora primi, mentre all’andata maramaldeggiarono al Rocco 3-0 uscendo tra gli applausi del composto pubblico giuliano. È quello l’ultimo precedente tra le due formazioni, Gautieri su una panchina, Di Carlo sull’altra.

Ma basterebbe andare indietro di pochi mesi per trovare invece una delle pagine più belle degli ultimi anni, e il direttore d’orchestra era in quel caso Massimo Pavanel. 17 marzo 2019: sconfitta una settimana prima dal Pordenone nello scontro diretto che poteva valere un avvicinamento sensibile al primo posto, l’Unione del centenario dominò al “Menti” con una gara perfetta, 2-0 spinto dai gol di Costantino e Procaccio in tre minuti sul finire del primo tempo. Memorabile, di quella sfida, l’intera fascia destra percorsa da Bariti palla al piede, corsa culminata con l’assist per il raddoppio.

Ma l’Unione fu capace di vincere a Vicenza anche la stagione prima, 23 ottobre 2017, forse ancor più a sorpresa perché quel Vicenza era dato favorito in C (finì 18mo e si salvò ai play-out) ma l’Unione di Sannino era certamente più modesta come rosa (segnarono Bracaletti e Petrella due gol). Per il resto il Menti dagli albori della sfida (il 25/10/1942 nell’allora stadio Littorio l’Unione perse 2-1) è sempre stato piuttosto indigesto alla Triestina, capitolata 11 volte, con altrettanti pareggi e 4 sole vittorie, le altre sono riferite alla serie A ’45-’46 e al play-out salvezza in B nel 2005 con Godeas a blindare la serie B per sei ulteriori anni di cadetteria.

Nell’ultimo anno di A vi fu un rocambolesco 5-4, molti collegheranno invece il “neutro” di Vicenza a quel maledetto spareggio del 1979 in cui un rimpallo del pallone contro l’arbitro D’Elia mandò il Parma di Maldini in B con i gol di Scarpa e Ancelotti nei supplementari (3-1). Ricorsi alla storia per sottolineare il fascino di un derby senza tempo, e forse senza tempo sono anche le esigenze delle due attuali squadre per uscire dai rispettivi tunnel di crisi.

L’unico tempo definito, intanto, sarà quello dei 90 e più minuti di gioco in via Schio. Con l’Unione chiamata ad una prova d’orgoglio. Lo sfavore del pronostico, sia da stimolo a scrivere un nuovo capitolo armonioso.

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