Triestina Calcio, un poker di partite in campionato per fare il salto di qualità
Il gioco dell’Unione migliora, ora quattro gare da capitalizzare: la presenza allo stadio di Centner è un segnale dalla società

Contro il Trento la Triestina ha perso due punti per un gol nel recupero. E questo fa malissimo specie per una squadra con un handicap a tavolino di 23 punti. Un gol nato da un episodio (su corner) non si può certo imputare alla mancanza di cambi con la quale deve cronicamente fare i conti Tesser.
L’Unione ha perso una chance ma il Trento il pari se l’è guadagnato. Perché le partite si giocano 95’ e negli ultimi 20’ tutti cambiano mezza squadra. Il tecnico alabardato può farlo ma inserendo giocatori fuori ruolo o uomini che hanno pochi minuti nelle gambe.
Però, come già era successo a Vercelli (e in parte con Dolomiti Bellunesi e Brecia), l’Unione ha dimostrato per un tempo e mezzo di essere all’altezza, anzi di più, della squadra di Tabbiani certamente rimaneggiata ma costruita quest’estate con tutti i criteri per arrivare a ridosso delle big e ci arriverà. Non solo ma il crescendo del gioco della squadra di Tesser è evidente di partita in partita anche perché l’allenatore è partito dall’ottimo lavoro fatto sul gruppo da Marino. Il gioco voluto da Attilio è dispendioso ma produce occasioni da rete.
La mancanza di bomber di razza (sabato anche la bravura del portiere) impedisce all’Unione di prendersi quei vantaggi numerici sufficienti a difendere il risultato nei finali di gara. Lo stesso Tabbiani, a fine partita, ha riconosciuto con grande onestà come ai suoi fosse andata di lusso nel primo tempo. Quando però i centrocampisti (con il Trento Pedicillo e Crnigoj) non riescono più a rientrare con sufficiente dinamismo e gli attaccanti a rincorrere gli avversari in pressing il trend del match si inverte.
C’è da vedere tuttavia da vedere anche la porzione mezza piena del bicchiere. Pur con interpreti diversi (sabato sera mancava un pliastro cone Ionita) l’Unione riesce sempre a produrre un gioco efficace e capace di mettere in difficoltà l’avversario. La sensazione è che, senza scomodare le opportunità del mercato, anche il recupero di un paio di elementi nelle prossime gare (Ionita, Silvestri, Vertainen magari Louati) possa diventare un fattore capace di innescare un salto nella capacità di uscire dal campo con i tre punti. Perché tanto, nella situazione data, contano solo quelli perché pareggi o sconfitte sul piano numerico non fanno la differenza.
E poi ci sono gli avversari. Le prossime sfide non sono con Trento o Brescia ma contro quattro compagini non di prima fascia. Virtus, Giana, Pro Patria e Albinoleffe sono le ultime quattro occasioni per gettare una minima base di punti indispensabile per tentare un miracoloso sprint nella seconda parte della stagione. Sono anche squadre, inutile nasconderlo, che giocheranno coperti e questo non sempre facilita le manovre impostata dal tecnico alabardato.
La Triestina, che giustamente affronta il cammino in salita step by step, stavolta si trova alla vigilia di un filotto nel quale è costretta a capitalizzare. Gli applausi ricevuti sabato al Rocco a fine gara sono uno sprone. Con gli applausi non si risale la classifica, ma sono una delle basi per le quali, nonostante tutto, merita ancora provarci. Sabato alla partita (e in questi giorni è a Trieste) c’era anche Olivier Centner. È un segnale atteso che arriva dalla società. E potrebbe non essere irrilevante.
Riproduzione riservata © Il Piccolo









