Triestina Calcio, il terreno di Montedoro diventa un caso

Il terreno dove sorgerebbe il nuovo centro sportivo può diventare un asset per la vendita. Ma Rosenzweig è tornato negli States e il tempo stringe

Antonello Rodio e Guido Roberti
Il rendering di Montedoro con l’edificio B a oggi incompiuto
Il rendering di Montedoro con l’edificio B a oggi incompiuto

Nemmeno Kubrick arriverebbe a dirigere una pellicola così complessa come quella relativa alle vicende alabardate. Troppe incongruenze, troppi silenzi e, soprattutto, tanta paura. L’ultima mossa di Rosenzweig, con la formalizzazione del rogito per il terreno dove dovrebbe sorgere il centro sportivo di Montedoro, suggerirebbe un passo in avanti per rendere appetibile il pacchetto completo Triestina. Ma la toccata e fuga immediata del presidente, che da Milano è già volato sabato mattina negli Stati Uniti, ha spiazzato tutti.

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L'attuale presidente Rosenzweig (Bruni)

Il caso Montedoro

Proprio il terreno di Montedoro è stato ieri oggetto di accese polemiche sui social e fra la tifoseria, perché in tanti hanno dato per certo che l’area fosse intestata a Lbk, e quindi potesse risolversi quasi in un affare privato di Rosenzweig e i suoi investitori, ma non potesse far parte di un eventuale pacchetto di vendita della Triestina.

La cosa viene seccamente smentita dall’amministratore delegato alabardato Sebastiano Stella: «Ho seguito personalmente l’operazione. L’atto d’acquisto, deliberato nell’aprile 2024 da Rosenzweig, l’ho seguito io e ci ho messo le mie firme. E assicuro che il terreno è intestato alla Triestina». Insomma l’area sulla quale dovrebbe sorgere il training center (ricordiamo che ci sono i soldi pubblici da 6,4 milioni di partenariato sul project financing da 13,4 milioni per la realizzazione della struttura) è un valore della società alabardata. Per capirci, a protezione di eventuali fallimenti, quel terreno è un valore per pagare eventuali debiti.

Furibondo per quanto circolato sul web anche il sindaco di Muggia Paolo Polidori: «Sono molto arrabbiato. In un momento così delicato mettere in giro voci non confutate dalla verità è pericolosissimo ed ognuno deve assumersi le responsabilità di quel che dice».

Piste fredde

Anche se nel caos totale si stanno alimentando le voci più disparate, da quella che vorrebbe l’operazione di vendita già fatta e finita a quella che vedrebbe il presidente del Caldiero Terme Filippo Berti interessato all’Unione, sembra invece che sul fronte vendita le varie piste tornino a raffreddarsi. Anche la partenza di Rosenzweig per gli States fa pensare: pare ci sia un nuovo suo irrigidimento sull’ipotesi vendita, forse una sua piccola speranza di rimettere in moto tutto con una robusta iniezione di denaro. Certo, sul tavolo della trattativa ora c’è qualcosa in più dopo il completamento formale dell’operazione Montedoro.

Le manovre di Polidori

«Ribadisco che vista la situazione il centro sportivo diventa ancora di più un asset fondamentale da mettere sul tavolo delle trattative – evidenzia il sindaco di Muggia Polidori –. È evidente che entro la fine della prossima settimana deve accadere qualcosa, la Triestina dovrà per forza fare un CdA, trattative ci sono ma per ora di concreto nulla. Come sindaco di Muggia posso logicamente solo fare un lavoro di raccordo, ma il tempo stringe e le scadenze anche».

Il timore fondato, sul piano meramente sportivo, è quello di vedere svincolati i pezzi pregiati della squadra tra una decina di giorni, per non parlare della scadenza di inizio agosto che mette la Triestina a rischio concreto di esclusione dal campionato. Senza contare che il tribunale potrebbe giocare d’anticipo, ma in quel caso si aprirebbero altri scenari, mentre si chiuderebbero definitivamente le porte della Serie C.

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