Triestina calcio, Ferragosto di lavoro in campo alla vigilia del debutto in campionato
Il tecnico Marino ha potuto lavorare 10 giorni con la squadra, mentre prosegue la più totale impasse da parte della società

Sarà un Ferragosto di lavoro in campo per l’Unione, il Ferragosto più bollente che la recente storia della Triestina calcio ricordi, anche in senso figurato.
Sabato 16 agosto, ad Arzignano, il debutto della squadra in coppa Italia di C (fischio d'inizio alle 18) sarà caratterizzato da un’atmosfera surreale, senza supporto della tifoseria esausta dalla disastrosa gestione del presidente Benjamin Lee Rosenzweig.
Il tecnico Marino ha potuto lavorare 10 giorni con la squadra. Assolutamente imprevedibile quel che potrà accadere, mentre fuori dal campo prosegue la più totale impasse da parte della società.
Giovedì 14 agosto in campo la squadra si è allenata ancora una volta bene, al Grezar. Il tecnico partenopeo avrà a disposizione ancora la seduta di venerdì 15. Sabato la partenza.
Marino, su cosa ha lavorato in questi giorni?
«Il calcio moderno presenta molte letture. Abbiamo avuto la possibilità di ritrovare i ragazzi, lavorato sotto l’aspetto del morale e del gruppo che per fortuna è già forte. Con spensieratezza e serenità, ciò che c’è intorno non deve intaccare il lavoro in campo».
La solidità del gruppo è dettata dal fatto che in buona parte è di fatto composto da protagonisti della salvezza?
«È un gruppo forte mentalmente, nei principi e concetti. Sono abituati a lavorare e sono andati forte in tutti gli allenamenti. Quello che è successo l’anno scorso ha certamente creato questa predisposizione ad essere forti».
Nemmeno una amichevole prima di una gara ufficiale, sarà atipico per tutti voi.
«Sembra paradossale da fuori ma assicuro che noi in questi 10 giorni abbiamo lavorato sereni. I senatori hanno dato l’esempio ai più giovani, dall’appartenenza alla mentalità, alla resilienza».
La rosa è “bloccata”, per i noti motivi. Adeguerà la squadra alle sue idee o ciò che si è trovato in mano farà adeguare le sue idee?
«A differenza di quando ero subentrato ad ottobre, ora abbiamo potuto lavorare sui concetti. Il sistema di gioco può cambiare in base ai giocatori che hai, anche per ottimizzare quelli che ci sono ma nel calcio d’oggi i sistemi sono quasi superati, contano atteggiamento e predisposizione della squadra nel lottare, l’ordine, la resilienza in fase di non possesso».
E in fase di costruzione?
«Con la palla tra i piedi abbiamo giocatori di qualità che possono fare la differenza».
Stanno tutti bene?
«Abbiamo lavorato bene e siamo stati attenti, nessuno dei ragazzi si è fatto male. Significa che i ragazzi hanno un senso di professionalità e di responsabilità forte. Lavorare in privato per farsi trovare pronti all’inizio di una stagione significa essere davanti a professionisti seri».
Ad Arzignano?
«Proveremo a fare quello che nessuno si aspetta».
Ultima nota sui giovani. Diversi li ha allenati in Primavera. Cosa significherà per loro?
«I giovani, aiutati dai senatori, devono entrare nel contesto e imparare. Per questi ragazzi sarà una esperienza bellissima e formativa, allenarsi con giocatori come Ionita, Correia, D’Urso è motivo di orgoglio. Se sono qui è perché la società ha investito su di loro. Un lavoro premiato con l’arrivo in prima squadra».
Riproduzione riservata © Il Piccolo