Triestina calcio, nessun provvedimento sul caso Krollis- Clotet

L’allenatore guida l’allenamento dopo un lungo faccia a faccia

con Menta e i giocatori. Sul caso Krollis nessun provvedimento

Ciro Esposito
Foto Lasorte
Foto Lasorte

L’incendio mediatico sull’episodio Clotet-Krollis va spegnendosi. E la Triestina non lo riaccende. O almeno questi sono i segnali che arrivano dal club (in assenza di comunicazioni ufficiali).

Forse è la scelta meno rigorosa ma più opportuna viste le tante perturbazioni che hanno investito la squadra negli ultimi mesi. Nonostante l’eco internazionale, nonostante il comunicato diffuso sabato a stigmatizzare in primo luogo il comportamento del tecnico, il club sceglie la linea soft.

Nessuna azione eclatante nei confronti dei due tesserati, men che meno un divorzio dal tecnico Pep Clotet. Era una possibilità più che concreta, anche uno smarcamento da parte del tecnico, visti i dubbi espressi sulla società davanti a tutti nel dopo Giana.

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Invece lunedì mattina c’è stato un faccia a faccia tra tutti i protagonisti in sede, poi tutti al lavoro per preparare la mission impossible di Salò. Al Grezar i volti non sono proprio rilassati ma i protagonisti ci sono tutti.

Oltre a Clotet e allo staff, il club manager Domestici che ammira l’erba del campo degna di questo nome, e c’è anche il Dg Alex Menta, l’uomo nel mirino di critica e pubblico. «Abbiamo fiducia nel mister e pensiamo di uscire insieme da questa situazione» dice l’americano scrutando le evoluzioni in campo dei giocatori da lui scelti e che finora non hanno dato soddisfazioni, solo per utilizzare un eufemismo.

«Con i ragazzi è tutto a posto - sottolinea Clotet - dobbiamo lavorare duro sul campo».

Tutto risolto dunque? Sul fattaccio di venerdì sera sembra di sì anche se le scorie potrebbero comunque essere solo nascoste. Tutto dipenderà dalle soluzioni concrete che saranno adottate per risolvere il vero problema che è quello di una squadra depressa in fondo alla classifica con il rischio più che concreto di finire nell’inferno della D.

E anche con il problema. che è quello principale, di riorganizzare uno staff dirigenziale in grado di supportare il gruppo-squadra, di ridefinire gli obiettivi, di attuare le correzioni necessarie per essere almeno competitivi in terza serie.

Quello che può tentare di fare Clotet con questa squadra lo si è visto: cercare di non sbracare, raggranellare qualche punticino, forse una vittoria, nelle ultime sei tappe che separano il Calvario annuale dal mese nel quale si può mettere benzina a un’auto in panne.

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Menta invece può già muoversi, insieme al mister e soprattutto assieme o affiancato da qualcuno che conosca meglio di lui quel che può offrire il mercato italiano. Anzi, il responsabile dell’area sportiva deve darsi da fare, perché non sarà facilissimo portare a Trieste quel che serve. Se la dirigenza alabardata avrà a disposizione un buon budget tanto meglio, ma non è poi così scontato convincere i giocatori a venire. La piazza e la città hanno ancora un loro appeal, ma senza una moral suasion da parte del tecnico (e della dirigenza) e soprattutto senza un qualche avanzamento nella classifica e nel rendimento in questa fase, non ci sarà il codazzo di aspiranti che possano dare una mano alla causa. Pecunia non olet (ammesso che ci sia) ma non basta.

E poi ci sono anche i competitor alla ricerca di tasselli per puntellare le squadre più ballerine in classifica. Non è indifferente inoltre l’impegno per scaricare alcuni giocatori perchè serviranno spazi in rosa e magari qualche incasso da reinvestire almeno in parte.

Insomma o si hanno le idee chiare da subito o non si quaglia. E anche operando con senno, il traguardo finale è tutt’altro che assicurato. Il count-down è lungo ma ogni gara senza risultato è una chance in meno. E la possibilità di un recupero ancora fattibile si assottiglia sempre più. —

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