La Triestina si rialza e surclassa il Renate 3 a 0

Il passo falso con l’Inter è cancellato al Rocco dal successo più largo della stagione

Ciro Esposito
L'esultanza dopo il gol dell'1 a 0 (Lasorte)
L'esultanza dopo il gol dell'1 a 0 (Lasorte)

Un tris nella partita finale del trittico settimanale è un bel colpo. Perché vincere con il Renate significa cancellare il passo falso con l’Inter che quasi era stato messo in preventivo. Il successo più largo della stagione vale tanto in casa Triestina. Ma il valore aggiunto è la maturità con la quale la squadra di Marino è venuta a capo di una partita dopo un primo tempo ingarbugliato. La quadratura del Renate di Foschi, il pressing e anche alcune trame offensive hanno tenuto in ansia i pochi (ma sempre crescenti) afficionados del Rocco. La ripresa è stata un capolavoro nella continuità dell’azione offensiva e nella ricerca del vantaggio arrivato da una combinazione di alta scuola tra i due baby Gunduz e Kljajic (splendida rete) che in due fanno quarant’anni. Un evento che nell’Unione non si manifestava da tempo immemorabile.

La scommessa vinta

Marino, che non finisce di sorprendere in positivo, aveva scommesso su questo match e nonostante l’assenza di Vertainen ha voluto proporre il modulo a due punte lanciando dall’inizio il lungagnone croato (classe 2006). E anche sul 2-0 ha spostato più avanti Gunduz che lo a ricompensato con una rete d’autore. Scommessa insomma vinta e per distacco. E da una scommessa accettata quasi per caso a inizio agosto ora il tecnico ci sta prendendo gusto al timone di una squadra vera a dispetto della mortificante penalizzazione.

Apertura con stallo

Senza Vertainen, unica punta prolifica, fermato da un infortunio si pensa ad un cambio di modulo del tecnico. In affetti il cambio c’è ma nel ritornare alla difesa a tre (Moretti, Silvestri, Anzolin) ma con un attacco a 2 punte (Faggioli e Kljajic) con un Gunduz in mezz’ala ma con facoltà ampie di supporto offensivo. La densità a centrocampo voluta da Foschi per il suo Renate concede pochi spazi di azione e anzi sono gli ospiti a creare qualcosina in più. Niente di speciale ma al 30’ Matosevic è costretto agli straordinari su Delcarro. La sensazione è che i lombardi avrebbero dovuto raccogliere di più ma la Triestina è stata brava a non farsi infilare. Con questo pensiero si va negli spogliatoi.

Ripresa con forza

Dopo una prima frazione in controllo la Triestina riparte immediatamente a testa bassa. In apertura di tempo il primo strappo è proprio di Gunduz il cui destro trova Nobile pronto alla deviazione in angolo. Jonsson e Ionita con il trascorrere dei minuti diventano padroni della mediana e fanno lavorare i compegni sulle fasce. La rete arriva però su una verticalizzazione in uscita. Kljajic appoggia con delicatezza per Gunduz a centrocampo, il turco fa fuori tutti con dribbling e scatto e riappoggia il pallone a destra per la punta croata il cui destro non lascia scampo a nobile. Ottima esecuzione, grande soddisfazione per il debuttante da titolare.

Risultato in cassaforte

Foschi ruota i giocatori ma il Renate resta poco preciso e poco mobile di fronte agli alabardati che non hanno certo intenzione di arretrare. Entra anche Crnigoj per il marcatore del match ma Gunduz viene spostato più avanti. Silvestri e compagni rischiano pochino e riescono a mettere il risultato in cassaforte dopo essere stati graziati al 35’ da un piattone alto del vivace Ruiz.

Sul rovesciamento di fronte Silvestro (subentrato a Tonetto dolorante alla spalla) scende a destra, mette il pallone in area dove Gunduz lo prolungo per Jonita: la botta del capitano è un missile che perfora la porta ospite. Il più è fatto ma Gunduz mette il sigillo a una prestazione di spessore: il centrocampista ruba palla, si invola verso nobile e lo scavalca con un pallonetto felpato. Per lui è una standing ovation di quelli che ci sono. La stessa che toccherà alla squadra al triplice fischio (dopo un rigore assegnato e poi tolto dal Fvs a Faggioli). Undici punti in sette partite sono un bell’andare nonostante il -8 in classifica. Ma soprattutto la squadra va e anzi va sempre meglio, almeno in casa, di partita in partita.

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