Triestina Calcio a rischio esclusione: vanno riallestite le giovanili
L’Unione ha l’obbligo di mettere in piedi Primavera, U17 e U15 al momento al palo. Tra le sanzioni anche la perdita del titolo sportivo

Programmazione aziendale e logica non sono termini affini alla gestione societaria alabardata. Se da un lato quasi sempre all’ultima curva, in un modo o nell’altro, la società è rimasta ancora in piedi, benché abbandonata giorno dopo giorno da sempre più persone, sia internamente che soprattutto dalla componente fondamentale, la tifoseria, bisogna rimarcare ancora una volta l’autentico disastro perpetrato negli ultimi due mesi a livello di settore giovanile. Mesi in cui si sarebbe potuto fare qualcosa e nulla si è fatto, con la conseguenza che dagli stessi interpreti del settore giovanile, dopo mesi di pazienza portata al limite, è scaturita la consapevolezza di non poter proseguire oltre. I motivi sono molteplici.
Decine e decine di allenatori e collaboratori non pagati da mesi, debiti nei confronti di molte strutture del territorio che hanno ospitato le varie squadre della Triestina fornendo la disponibilità di orari per l’utilizzo dei campi da gioco, disinteresse totale della proprietà Lbk. Alla faccia dell’idea di comunità più volte articolata da Ben Rosenzweig. Risultato, chiusura totale del settore femminile, azzeramento autentico delle decine di squadre giovanili.
Si parla di 200 ragazzi lasciati in strada ai primi di agosto. Per le società dilettantistiche del territorio impossibile accogliere blocchi interi di ragazzi, perché la programmazione, si sa, avviene mesi prima. Per qualcuno dunque, ma si tratta di casi individuali, si apriranno altre porte, tanti invece dovranno ripiegare sull’inattività o magari sul cambio di disciplina.
Attenzione però. Perché se davvero il deus ex machina della situazione Alex Menta intende rassicurare sulla presenza della Triestina in serie C, ci sono obblighi stabiliti dalle carte federali ai quali non ci si può sottrarre. La normativa, a onor del vero, come spesso capita nella giungla regolamentare, non definisce in maniera del tutto limpida non tanto gli obblighi, quanto le sanzioni in caso di inadempienza. La parte sanzionatoria è quindi demandata all’interpretazione del giudice sportivo.
Regolamenti ed addetti ai lavori convergono però su un punto. Per risultare in regola una società professionistica di serie C deve disporre almeno di tre squadre partecipanti ai campionati “nazionali”, cioè la Primavera, l’Under 17, l’Under 15. Ebbene, la Triestina le aveva e le ha viste liquefarsi, con la quasi totalità dei ragazzi emigrati in altre squadre.
Non solo, vi sono obblighi anche per la costituzione di una squadra femminile e relative giovanili. Anche se in questo caso il tutto è certamente convertibile in salata ammenda. In base alle varie mancanze, che possono arrivare a costituire persino illecito sportivo, le sanzioni vanno da salatissime ammende non inferiori ai 10mila o 20mila euro, fino a punti di penalizzazione per la prima squadra o addirittura l’esclusione dal campionato.
Inoltre, la Triestina per essere in regola, dovrebbe aver già fornito alla Lega entro il termine dell’1 agosto un allenatore responsabile della squadra Primavera mentre entro il 16 settembre andrà depositato il responsabile del settore giovanile. Insomma, almeno per le tre squadre maschili che appaiono obbligatorie pena gravi sanzioni, è tutto da ricostruire. E tutto c’era già. Ennesima vicenda contornata da assurdità.
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