Triestina Calcio, i tifosi non si fidano: «Ancora poca chiarezza»

Marassi: «Siamo in attesa di un segnale dalla proprietà». Bertocchi: «Tanta gente non ha ancora ricevuto i soldi, ma rispetto per la squadra»

Antonello Rodio
La squadra con i tifosi durante l’ultima trasferta del playout a Caldiero (Lasorte)
La squadra con i tifosi durante l’ultima trasferta del playout a Caldiero (Lasorte)

I tifosi della Triestina elogiano la squadra e i mister Marino e Ciofani, ma per tornare come tifo organizzato allo stadio elencano delle precise condizioni alla società: c’è chi chiede soprattutto spiegazioni e chiarezza, chi chiede di capire cosa sta succedendo e chi pretende che vengano effettuati anche tutti i pagamenti pregressi.

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Sergio Marassi, presidente del Centro coordinamento Triestina Club, parla chiaro: «Innanzitutto una precisazione: chi resta fuori non è affatto contro la squadra che sta giocando, non remiamo contro e ovviamente siamo molto contenti quando vince. Ma per tornare allo stadio vogliamo che la società faccia un passo nei nostri confronti, sono loro che devono riavvicinare la tifoseria. D’accordo che il cda è nuovo, ma sempre di LBK stiamo parlando, pertanto chiediamo che chiariscano la situazione e la loro posizione».

«Anche il nuovo presidente non è stato molto chiaro nella conferenza stampa. Inoltre per il passato ha un po’ giustificato l’operato di quello che riteniamo il principale colpevole della situazione e che la tifoseria vuole che sia fuori dalla società: so che è improbabile succeda fra contratti ed eventuali penali, ma vogliamo almeno capire che ruolo avrà. Inoltre non è mai stato nominato un amministratore delegato. Tutte cose che creano incertezza e non fanno avvicinare la gente. E del resto con chi parliamo noi se i componenti del cda sono tutti in America e il presidente non si sa quando tornerà?».

Secondo Marassi c’è poi un altro aspetto da considerare: «Il problema più grave, più che dei pochi tifosi allo stadio e dei pochi fuori a protestare, è che la maggior parte è ormai indifferente nei confronti della Triestina: sono arrivati a distruggere il tifo per una squadra ultracentenaria. Poi sì, ci sono dei singoli che vanno comunque allo stadio, ma a titolo personale, non come club».

Anche Michele Bertocchi del Triestina Fan Club Bar Capriccio mette dei precisi paletti per tornare allo stadio: «Premetto che ai singoli ovviamente viene data la libertà di fare come vogliono, anche perché nel club ci sono tante anime. Però il mio pensiero e la posizione ufficiale del club è che si rimane fuori per rispetto di tutti coloro che aspettano ancora dei soldi. E così sarà finché non saranno stati fatti tutti i pagamenti a chi ancora li aspetta: parlo di fornitori, qualche dipendente e soprattutto tutto il settore giovanile».

«Con una società che ha gravi colpe e ha distrutto il settore giovanile siamo ancora tutti arrabbiati, quindi speriamo che le persone che hanno causato tutto questo si facciano da parte. Nel frattempo complimenti a Marino, a Ciofani e a tutti i ragazzi che ci stanno mettendo cuore, anima e sudore. Loro meriterebbero il tifo, ma a malincuore portiamo avanti la nostra battaglia. Un applauso anche alla Trieste Victory Academy che ha accolto le ragazze della Triestina».

Chiede chiarezza e spiegazioni anche Giovanni Gallone dei Pedoci Alabardati: «Si soffre a non entrare, ma personalmente e a nome del club la posizione è di non entrare finché la nuova società non spiegherà cosa è successo prima, cosa sta facendo adesso e quali sono i piani per il futuro. Fino a quel momento non entriamo. Sarebbe semplicissimo risolvere la questione, basta fare un’assemblea e invitare i tifosi per spiegare tutto e dare garanzie. C’è il massimo rispetto per la squadra e il mister che stanno facendo miracoli nonostante la mancata preparazione estiva e la rosa risicata: ci dispiace, vorremmo sostenerli, ma al momento non possiamo perché siamo stati scottati troppe volte. E su questo fronte per una volta c’è anche una curva bella compatta rispetto alle guerre interne del passato».

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