Regalo di Natale per la Triestina: la proprietà incontra a sorpresa i tifosi

Alla festa si presentano Rothstein e il nuovo ad Piero Zangarini: «Il progetto è di lungo termine, anche in Serie D»

Antonello Rodio
L’investitore Adam Rothstein e l’ad Piero Zangarini (foto Lasorte)
L’investitore Adam Rothstein e l’ad Piero Zangarini (foto Lasorte)

Un regalo di Natale è arrivato giovedì sera a sorpresa durante la tradizionale festa degli auguri natalizi del Centro coordinamento Triestina Club. Per capire se il regalo sarà davvero bello, bisognerà attendere e avere pazienza, sta di fatto però che dopo un lungo periodo di silenzio la proprietà della Triestina è arrivata in città e appena sbarcata è andata subito a parlare con i tifosi. E questo è certamente un buon segnale.

La proprietà della Triestina incontra i tifosi: «Progetto di lungo termine»

Come lo è il fatto che per venerdì è stata indetta una conferenza stampa del board dirigenziale. Ma parecchio in realtà è stato detto già giovedì sera.

A parlare è stato Adam Rothstein, uomo d’affari e uno dei principali investitori a capo della società alabardata. Con lui il nuovo amministratore delegato della Triestina, ovvero Piero Zangarini, italiano che da vent’anni vive negli States, ma che con questa nuova veste promette di essere presente a Trieste due settimane al mese.

Insieme a loro altri tra familiari e forse investitori, non c’era invece Margiotta che è però arrivato anche lui in città. Rothstein ha tenuto a rassicurare i tifosi che il progetto è a lungo termine, che andrà avanti anche in caso di serie D ma che comunque non si lascerà nulla di intentato per puntare alla salvezza.

«Quando siamo arrivati qui la situazione era disastrosa – ha detto Rothstein – con 23 punti di penalizzazione e tanti debiti, ma noi abbiamo visto un’opportunità in questa stupenda città. Il progetto è a lungo termine e durerà tanti anni, siamo qui per riportare la Triestina alla stabilità economica e darle una normalità che in questi anni non c’è stata, con tante situazioni per le quali i tifosi hanno sofferto. Per questo chiediamo tempo, anche perché ogni giorno ci arriva qualche regalino spiacevole dalla vecchia proprietà. Noi comunque vogliamo investire sui giovani, il ritorno del settori giovanile è una priorità perché da li inizia tutto».

La seconda rassicurazione arriva da Rothstein in modo perentorio: cosa succede se l’Unione retrocede in serie D, come purtroppo è probabile che accada? «Se andiamo giù – spiega – si lavora per tornare subito su: siamo consapevoli di avere le forze per farlo, economicamente e mentalmente. Ma abbiamo bisogno del supporto di tutti, non possiamo guardare al passato ma avanti. Ne possiamo uscire tutti assieme, Trieste lo merita».

Rothstein del resto con il mondo del calcio ha già a che fare, infatti è nella proprietà che gestisce la squadra spagnola del Sabadell, tanto che la cita come esempio: «Dopo due mesi che siamo arrivati alla guida del Sabadell la squadra è andata in serie D, ma l’anno dopo siamo tornati subito in C e ora siamo terzi. Qui sappiamo che la situazione non è facile, ma ci vuole tempo».

Questo non significa abbandonare le speranze di salvezza, anzi. «Dobbiamo essere pratici e realisti – affermano Rothstein e Zangarini – vedere dove siamo a gennaio e in base a quello decidere: se ci mancano 2-3 elementi per salvarci, li prenderemo, se invece il gap sarà troppo grande, dovremo già pensare a mettere le basi per tornare subito in C il prossimo anno».

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