Alla Triestina serve un ritmo da primato per cercare i play-out
Il rendimento è in calo ma l’Unione ha fatto sul campo più del doppio di un anno fa. La penalizzazione monstre ormai richiede un passo da big per centrare la salvezza

L’impresa da compiere per acciuffare la salvezza sta assumendo per la Triestina le vere e proprie sembianze di un miracolo. Ma questo non deve far dimenticare che questa squadra, soprattutto rispetto alle previsioni della vigilia, sta già facendo risultati più che dignitosi, anche al netto di tutti i punti persi per strada tra sfortuna, episodi arbitrali e carenze offensive.
È bene ricordare che quest’estate l’Unione assemblata alla bell’e meglio a pochi giorni dal via della stagione, senza neppure fare mercato, doveva essere nelle previsioni di molti una sorta di armata Brancaleone destinata a subire scoppole inenarrabili su ogni campo.
E invece, nonostante i punti in saccoccia avrebbero potuto essere molti di più, questa Triestina sta già viaggiando a oltre il doppio del ritmo di quella disastrata dello scorso anno, che nei sogni di quella campagna estiva era stata costruita addirittura per puntare in alto. Quella Triestina, quando Tesser ne raccolse i cocci dopo la sedicesima giornata, aveva ottenuto appena 7 punti sul campo (6 in classifica per il punto di penalizzazione).
Ebbene l’Unione di quest’anno, partita con premesse ben più catastrofiste, al quindicesimo turno, e quindi con una giornata di anticipo rispetto a un anno fa, ha già ottenuto oltre il doppio dei punti, ben 15. E c’è la fondata possibilità di incamerarne altri venerdì con la Pro Patria, cosa che ampierebbe il solco rispetto al rendimento della scorsa stagione. Tutto questo, però, evidentemente non basta. Anzi è un ritmo decisamente molto lontano da quello che avrebbero dovuto tenere gli alabardati per poter nutrire qualche speranza di acciuffare i play-out.
Ma come dice Tesser, non bisogna mollare perché i numeri per poter rientrare ci sono ancora, anche se la media che si dovrebbe tenere appare sempre più impressionante. In effetti, per arrivare ai fatidici 35 punti che in teoria (calcolando sulla media degli ultimi campionati) dovrebbero garantire il penultimo posto e una distanza contenuta entro 8 punti dalla quintultima, la Triestina dovrebbe fare 43 punti nelle 23 gare rimanenti. Questo significa che dovrebbe viaggiare a una media di 1,87 punti a partita.
Giusto per capirci, è lo stesso identico ritmo che sta tenendo il Brescia terzo in classifica, pertanto un cammino che in un campionato normale è da podio assoluto. Una media che, proiettata sull’intera stagione, porterebbe a 71 punti totali, una quota che tre anni fa consentì alla Feralpisalò di vincere addirittura il campionato.
Insomma un ritmo da prime della classe che attualmente non sembra essere nelle corde della Triestina, anche se potenzialmente la squadra, se opportunamente rinforzata in attacco, potrebbe avere sicuramente un cammino più spedito. Ma fare 43 punti in 23 partite, significa che grosso modo l’Unione dovrebbe ottenere almeno 11 vittorie, mettendo in conto di racimolare poi 10 pareggi e un paio di sconfitte nelle restanti partite. Un discorso molto complicato per una squadra che fa una fatica immane a fare gol, ma che comunque potrà essere eventualmente ripreso solo dopo aver battuto venerdì sera la Pro Patria.
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