Ma non sempre il mercato di riparazione è decisivo

A stagione in corso sono giunti in Italia grandissimi campioni ma anche tante clamorose delusioni
22/11/98 Fiorentina-Inter:Grande partita del Brasiliano Edmundo , qui in duello con Winter. Foto Marco Bucco.
22/11/98 Fiorentina-Inter:Grande partita del Brasiliano Edmundo , qui in duello con Winter. Foto Marco Bucco.

ROMA. La Juventus tra Drogba e Peluso, il Napoli e l’Inter cercano i vice di Cavani e Milito, il Milan chiude il luna-park brasiliano, ma nessuno ha i soldi del Psg che cattura il promettente Lucas per 45 miliardi. L’austerità governerà il mercato di riparazione di gennaio, la valigia dei sogni dei tifosi resterà in soffitta.

Del resto, non sempre il mercato di riparazione produce gli esiti sperati. E’ ampio e variegato il panorama formatosi nel tempo: il Milan fa tombola nell’ottobre del 1993 (quando il mercato bis è in autunno) ingaggiando Marcel Desailly. Il francese, pagato 10 miliardi delle vecchie lire, realizza l’accoppiata scudetto Champions segnando anche un gol nel 4-0 finale col Barcellona. Va meno bene alla Fiorentina del Trap nel gennaio 1998 quando ingaggia Edmundo per 13 miliardi: “O animal” incide poco, un anno dopo molla tutti per nostalgia del carnevale e i viola perdono l’autobus scudetto. Per coerenza il brasiliano delude anche a Napoli nel gennaio 2001: si infortuna e i partenopei precipitano in B.

Ben diversa la parabola di Dejan Stankovic: la Lazio è in cattive acque, lui approda all’Inter dove comincia con un’insperata qualificazione Champions, poi con Mancini e Mourinho si aggiudica tutto. Poco propizio il trasferimento dalla Roma al Real di un Cassano volubile e ingrassato nel gennaio 2006: 5 mln nelle casse giallorosse ma tra le merengues prende tanti soldi e non gioca. Meglio andrà nell’inverno 2010 il suo passaggio al Milan dopo avere insultato il presidente della Samp Mantovani: con 4 gol in 17 partite contribuisce allo scudetto di Allegri.

Nelle sue mille vite calcistiche Ronaldo approda anche nella Milano rossonera dal Real per 7.5 milioni: è il gennaio 2007 e il Fenomeno zittisce tutti con 7 gol in 14 gare e una rimonta in classifica che darebbe diritto alla Champions se il Milan non la vincesse direttamente ad Atene contro il Liverpool. Ma Ronaldo non c’è perché ha giocato con il Real nella prima fase. Nella stessa sessione di riparazione piazza un grande colpo il Palermo: il ds Foschi segue Edinson Cavani dal Viareggio precedente, lo bracca e battendo forti concorrenze lo preleva dal Danubio per 5 milioni. È l’inizio della carriera al vertice del Matador per il quale De Laurentiis ha rifiutato 55 milioni.

Sono soltanto alcuni esempi, in un segno e nell’altro. Perché, appunto, gli innesti a stagione ormai già ben avviata non sempre portano gli esiti sperati dagli allenatori e soprattutto dai tifosi.

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