Addio a Ghietti, pioniere del basket

Fu il primo a intuire la potenza delle statistiche, regalò 3 scudetti alla Sgt “rosa”
Di Roberto Degrassi

TRIESTE. Probabilmente, avesse potuto scegliere, a Ferruccio Ghietti - scomparso nei giorni scorsi alla veneranda età di 89 anni - più che per i tre scudetti vinti alla guida della Sgt di basket femminile sarebbe piaciuto venir ricordato per aver respirato sport per 70 anni e per essere stato a modo suo un pioniere. Oltre 50 anni fa, prima di tutti gli altri, intuì infatti che i numeri piegati alla comprensione del gioco avrebbero aiutato le squadre: la potenza delle statistiche.

Adesso sono indispensabili a tutti i livelli, ma a quell'epoca più di qualcuno bollò quelle ricerche come la stramberia di quel signore dal look - come si dice e come, probabilmente, lo stesso Ghietti aborrirebbe - inconfondibile.

Diplomatosi al liceo classico Petrarca, Ferruccio Ghietti - come si usava allora - attraversò diverse discipline sportive. Come hockeista a rotelle primeggiò a livello nazionale nel 1942 con il Pubblico impiego, impugnò il bastone anche su prato, giocò a calcio con la Fortitudo in serie C e quindi si dedicò al basket vestendo la maglia della Ginnastica Triestina dal 1948 al '54.

Sempre nel '48 divenne responsabile tecnico della sezione pallacanestro della Sgt, incarico ricoperto fino al 1982. Le maggiori soddisfazioni le ha colte alla guida della formazione femminile. Nel 1948 Emanuele Guarini e Claudio Milleri si assunsero la responsabilità di rilanciare la squadra "rosa" di via della Ginnastica, un'operazione lenta ma che parve da subito destinata al successo. Ghietti, che formalmente affiancò Guarini come coach ma si rivelò in realtà il vero allenatore, seppe individuare le gemme che servivano per confezionare il capolavoro.

Ester Baitz, Imelda Prennushi, lanciò la diciassettenne Nidia Pausich che nel suo recente libro "La signora dei canestri" lo ha ricordato così: «Un uomo davvero innamorato della pallacanestro, si dava tanto da fare, era sempre in palestra a insegnarci fondamentali e movimenti».

Ghietti per aver sottratto alla ginnastica il talento atletico di Marisa Magris per indirizzarlo verso i canestri subì persino il deferimento al consiglio direttivo della Sgt. Un "furto" che gli venne subito perdonato, quando ci si rese conto che il basket aveva guadagnato una campionessa, come celebra Silvio Maranzana in "Ricordi della pallacanestro femminile triestina".

Con Ghietti al timone quella Sgt (che era anche della Persi, della Benevol, della Tarabocchia) vinse tre scudetti, nel 1956, '57 e '58. Ventitrè giocatrici - 23! - conquistarono la maglia azzurra. Lanciò generazioni di cestiste e in mezzo a quei fiori fatalmente ci furono anche quelli d'arancio con Gianna. Tenacissimo, fu grazie al suo pressing asfissiante presso i titolari della Calza Bloch che quel marchio si legò alla pallacanestro aprendo un'altra epopea.

Giovedì verrà dato l'ultimo saluto a Ferruccio Ghietti. dapprima sarà possibile l’omaggio alla salma dalle 9 alle 10.30 in via Costalunga e alle 11 la Messa nella chiesa di via Rossetti.

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