Addio a Marcello Giorgi, professore della nobile arte

TRIESTE. Lo sport triestino piange la scomparsa di Marcello Giorgi, il professore che amava intendere la boxe nel segno di un'arte realmente nobile ed educativa. Classe 1939, è stato cultore del pugilato in veste sia agonistica, con qualche anno da dilettante trascorso in gioventù tra i Welter, che in campo dirigenziale, con ruoli al vertice della “Pino Culot” e negli ambienti regionali della federazione. Giorgi ha rappresentato soprattutto il volto verace e schietto della boxe d'altri tempi, lui che aveva condiviso l'amicizia con nomi eccellenti come Nino Benvenuti, Bruno Fabris, Tiberio Mitri sino ad Adriano Krapez, con cui aveva lavorato e forse solo sognato una dimensione più etica che tecnica della boxe, al servizio dei giovani. Diretto, socievole, schietto, ruspante e dotato di una cultura fuori dal comune. Giorgi oltre a vestire la divisa da ufficiale degli Alpini, sino al grado di Maggiore, è stato per anni docente di Fisica all'Università di Trieste, vocazione mantenuta poi dopo il pensionamento come consulente dell'Istituto di Fisica Nucleare. «Mi sento prima un pugile, poi un alpino e quindi un fisico», amava ripetere con un sorriso. Di certo era un sostenitore della boxe intensa e romantica, da divulgare ai giovani con il dovere di tecnici appassionati e qualificati e da coniugare a valori che potessero trascendere il successo sul ring. Con lui se ne va uno spicchio del pugilato storico, ben riassunto nell'altro manifesto etico caro a Giorgi: “Avversari sul ring, amici nella vita”.

Francesco Cardella

Riproduzione riservata © Il Piccolo