Addio Angelillo: gol a grappoli e la A sfumata di Cumin

Argentino adottato dall’Italia, giocò con Inter, Roma e Milan. Esordì contro il difensore di Romans
ROMANS D’ISONZO. La storia di Antonio Valentin Angelillo si incrocia, relativamente al debutto nel massimo campionato italiano, anche con quella di un talento cresciuto nella Pro Romans. Una storia che vale la pena di ricordare.


La Pro Romans, nel corso della sua attività iniziata nel 1921, ha inviato all'Udinese, con alterne fortune, diversi suoi giocatori. Hanno indossato la casacca della Pro Romans, allora allenata da Umberto Donda, elementi come il mitico Tarcisio Burgnich, di Ruda, sia calciatori nati proprio a Romans, tra i quali vanno ricordati il nazionale Stelio Nardin, Antonio Cabas "Basili", Renato Furlan, Tullio Valentinuz e Luigi Cumin (1938 - 2002), soprannominato "Tilo", l’unico nato a Romans d’Isonzo, ad aver militato nell'Udinese in serie A.


Ed è proprio Cumin, il protagonista dell’episodio che coinvolge Angelillo. In verità non ebbe molto fortuna la carriera ad alto livello dell’isontino, visto che disputò una gara soltanto nella massima serie calcistica italiana: era domenica 21 settembre 1958, a Udine, prima di campionato contro l'Inter.


Un esordio terribile, per "Tilo", che aveva 20 anni, da non augurare nemmeno al peggior nemico: gli venne infatti affidato il proibitivo compito di marcare nientemeno che Angelillo, il fuoriclasse appena giunto dall'Argentina, che nel corso di quella sua prima stagione italiana dimostrò il talento che lo avrebbe poi portato a segnare 33 reti, per un primato che resiste ancora nel campionato di serie A a 18 squadre.


Quel giorno a Udine il mitico Angelillo mise a segno 3 reti e l'Inter vinse per 3 a 1. E come succede spesso nel calcio, nonostante Cumin avesse disputato una buona gara, come scrisse il giorno dopo anche la Gazzetta dello Sport, quelle 3 reti pesarono troppo ed il centromediano romanese perse il posto finendo, l'anno dopo, in prestito al Marsala, che militava nel campionato di serie C, dove rimase per cinque stagioni, concludendo la sua carriera nelle file della Torriana di Gradisca.


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