All’Adriatica-Ionica Race anche il re del Giro Carapaz

«Il Collio è paragonabile a Fiandre e Freccia Vallone». A dirlo è Moreno Argentin, grande campione di ieri e oggi patron dell’Adriatica-Ionica Race che quest’anno toccherà anche Grado, Palmanova, Cormons e Trieste. Saranno queste città le protagoniste della seconda edizione della corsa che unirà in cinque tappe, tra il 24 luglio (partenza da Mestre) e il 28 luglio (arrivo nel capoluogo regionale), Veneto e Friuli Venezia Giulia portando sul territorio 19 squadre di cui otto team World Tour, il meglio del ciclismo internazionale che, in quei giorni, non sarà impegnato al Tour de France. E fioccano già i primi nomi eccellenti: tra i grandi campioni che si potranno ammirare sulle strade della nostra regione «all’80%» (parole dell’organizzatore Argentin) ci sarà anche il vincitore del Giro d’Italia, l’ecuadoregno Richard Carapaz.
Questi i team al via: EF Education First, Uae-Emirates, Bahrain-Merida, Astana, Trek-Segafredo, Deceuninck-QucikStep, Dimension Data, Movistar, Bardiani-Csf, Androni-Simermec, Nippo-Fantini, Neri Sottoli, Roompot Charles, Sport Vlaanderen, Caja Rural, Israel Academy e Novo Nordisk oltre alla Nazionale e al Team Friuli.
Queste invece le tappe: la prima è un circuito cittadino di Mestre da 2,7 km, mentre già dalla seconda si arriva in regione con la Favaro Veneto-Grado (189 km). La terza tappa parte da Palmanova e arriverà nello splendido scenario del lago di Misurina (204,8 km) mentre la quarta vedrà protagonista assoluto il Collio: è la Padola-Cormons, 204,5 km con arrivo in salita sul monte Quarin con i corridori che dovranno affrontare anche i colli di San Floriano. Infine, domenica 28 luglio il gran finale con la Cormons-Trieste, 134,5 km.
Quindi, la grande novità di quest’anno si chiama Cormons. «Esatto: l’abbiamo scelta con grande piacere per le sue caratteristiche - spiega Argentin -. Il ciclismo deve sfruttare le bellezze dei nostri territori. Lo dico chiaramente: il Collio si presta molto a essere protagonista di corse in bicicletta, è paragonabile a Fiandre e Freccia Vallone per i suoi muri corti e duri. La zona ovviamente è già molto conosciuta ma merita di essere ulteriormente valorizzata». A Trieste invece sarà un gradito ritorno... «Certamente: Trieste è una città fortunata, fino a quando non riusciremo ad approdare oltre confine in Slovenia e Croazia, rappresenta il miglior approdo possibile per la nostra corsa. Trieste è ormai tappa obbligatoria, è una città-immagine perfetta per la nostra manifestazione».
Qual è l’obiettivo che si pone quindi l’Adriatica-Ionica Race? «Il nostro sogno si chiama Atene: è lì che tra qualche anno vorremmo che la nostra gara si concludesse, svolgendo tutto il proprio percorso includendo l’ex Jugoslavia. E ci piacerebbe attirare più grandi campioni possibili: quest’anno abbiamo concrete possibilità che ci sia il vincitore del Giro Carapaz, ma stiamo attendendo le decisioni definitive dei team per quanto riguarda i corridori convocati per il Tour de France. Ma il manager della Movistar Eusebio Unzue ci ha detto che all’80% Carapaz sarà alla Adriatica-Ionica Race». —
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