Arbitri, avvio disastroso

Un disastro. Errori in fila, uno più grave dell’altro. La partenza degli arbitri ai Mondiale è stata tutta la dimenticare. Solo alla quarta partita di Brasile 2014 – nella notte tra venerdì e sabato Cile-Australia 3-1 – si è registrato un arbitraggio senza grosse ombre. Per il resto, un abbaglio dietro l’altro. Si va dal rigore inesistente fischiato dal giapponese Yuichi Nishimura al brasiliano Fred nella gara inaugurale ai due gol annullati per fuorigioco inesistente al messicano Giovani Dos Santos dal colombiano Roldan, il più giovane tra i direttori di gara con i suoi 34 anni. Per non parlare del rigore generoso fischiato dall’italiano Nicola Rizzoli a Diego Costa (in realtà è lui a mettere il piede sul difensore olandese) o della carica (ignorata) di Robin van Persie sul portiere spagnolo Iker Casillas in occasione della rete del 3-1 di De Vrij.
Ai fini del risultato finale ha influito solo la topica di Nishimura. Probabilmente, nel mondo, solo il presidente della Fifa Joseph e il capo degli arbitri Massimo Busacca hanno avuto il coraggio di affermare che il rigore era netto. Gli altri tutti d’accordo: inesistente!
Non si ricorda, a memoria d’uomo, una partenza così disastrosa degli arbitri in un Mondiale. E che Mondiale! Il sistema tecnologico del gol-non gol (un bip che segnala sull’orologio del direttore di gara se la palla è entrata o meno) e lo spray per terra per fissare la distanza della barriera dovevano essere le innovazioni per diminuire o ridimensionare la portata degli errori arbitrali. Un passo avanti che non è bastato, perché la portata degli errori è stata devastante. E ha finito per rilanciare le istanze di chi invoca la moviola in campo. Un tema vecchio come il calcio, ma sempre d’attualità. a spinta popolare sembra (e va sottolineato sembra, perché anche in passato ci sono state aperture simili poi rimangiate) aver convinto il presidente Blatter. Nei giorni scorsi, nell’introdurre il tema del quinto mandato presidenziale, ha detto che se ne può parlare. Magari con due chiamate a disposizione di ciascun allenatore per rivedere una decisone che si presume sbagliata. Un’ipotesi, un’apertura sospetta quella di Blatter da sempre contrario alla moviola in campo. Magari per accattivarsi i voti necessaria per una nuova elezione ai vertici del calcio mondiale. Che sarà osteggiata da Michel Platini, presidente Uefa in carica, il quale ha detto chiaro e tondo che per lui la moviola in campo non esiste.
Sta di fatto che bisognerà attendere il prossimo 28 febbraio quando si riunirà l’International Board, a Belfast, l’unico organo legittimato a modificare il regolamento.
E allora che fare? Nient’altro che aspettare.
Le polemiche sugli errori arbitrali di solito riempiono le discussioni dei tifosi italiani. Poi si va all’estero e si scopre che i nostri direttori di gara, forse, sono i meno peggio. E al Mondiale arrivano direttori di gara da ogni latitudine, gente con culture ed esperienze diverse. E, puntuali, arrivano gli errori, certe volte talmente eclatanti che quelli commessi in Italia sembrano sciocchezze. Chi non ricorda la direzione di gara di Byron Moreno nel 2002 in Corea del Sud? Oppure il rigore assegnato ai padroni di casa della Spagna, nel 1982, contro la Jugoslavia per un fallo commesso un metro fuori area. E poi il gol (non gol) di Hurst dell’Inghilterra nella finale del 1966 contro la Germania Ovest oppure la direzione sfacciatamente pro Cile subita dall’Italia nel 1962.
@roccocoletti1
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