Arbitro ferma il match per...identificare un tifoso

TRIESTE. Interrompe un match di calcio chiedendo di identificare le generalità di uno spettatore sugli spalti reo di averlo insultato. Applica undici minuti di recupero. E a fine partita, chiuso negli spogliatoi, fa chiamare i Carabinieri per essere scortato sino all'automobile a causa dei “tifosi” inviperiti che però... sono già andati a casa. Vicenda dai sapori quasi fantozziani quella vissuta domenica pomeriggio sul campo sportivo di Padriciano. Protagonista assoluto Andrea Sfecci, ventisettenne giacchetta nera triestina. La cornice è il derby di Terza categoria tra i padroni di casa del Gaja e il Campanelle. L'incontro fila liscio per i primi trenta minuti circa. Poi il primo black-out: Sfecci interrompe il gioco tra lo stupore di tutti, va dall'allenatore del Gaja Giacomo Di Summa chiedendogli, in qualità di “dirigente sportivo”, di prendere le generalità di un spettatore in piedi dietro le panchine accusato di insultarlo. «Inizialmente siamo rimasti increduli, poi abbiamo spiegato che non eravamo mica dei pubblici ufficiali», spiega un dirigente della società carsolina. Dopo tre minuti circa di stop, il match riprende. Dagli spalti parte l'inevitabile sfottò: «Arbitro la vol el documento?» Tra gli spettatori presenti c'è il presidente del Campanelle, Lorenzo Giorgi: «L'arbitro ha creduto che il presunto tifoso fosse un nostro tesserato, in realtà posso affermare con certezza che la persona in questione e sì tesserato, ma con un'altra società». Ma la “follia”, come la definisce Giorgi, deve ancora arrivare. Nel secondo tempo sul risultato di 2-1 per gli ospiti iniziano a fioccare i cartellini: alla fine, sul referto, saranno segnalati 6 gialli e 3 rossi. Tutti ai danni dei giocatori del Campanelle. Ma lo show non è finito. «L'arbitro alza due mani per indicare 7 minuti di recupero. Poi un altro minuto ancora, sino a fischiare... un calcio di rigore su un'azione in cui i giocatori del Gaja stavano già tornando nella loro metà campo. I padroni di casa vanno così sul 2-2. A fine partita, dopo 11 minuti di over time, gli animi sono accesi. «Ma la situazione era sotto controllo», rassicura Giorgi. Non per Sfeccia che chiede a un dirigente del Gaja di chiamare i Carabinieri perché la sua incolumità è in pericolo. Sul posto arriva una pattuglia con due agenti. Fuori dagli spogliatoi però ci sono solo Giorgi, un dirigente e qualche giocatore. Malinconicamente Sfeccia viene scortato verso l'automobile. Domenica prossima il Campanelle si presenterà in campo con una maglietta di “sensibilizzazione e tutela del lavoro sportivo e sociale intrapreso da tutte le società di calcio”. Sulla t-shirt ci sarà scritto: “Asd Campanelle Trieste: esigiamo professionalità, rispetto e onestà”. Più chiari di così...
Riccardo Tosques
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