Arrestati gli ultras che bloccarono il match Genoa-Siena

Custodia cautelare per quella decina di pseudo-tifosi che obbligarono i giocatori rossoblù a togliersi le maglie
L'immagine d'archivio del 22 aprile 2012 mostra la disperazione del capitano del Genoa Marco Rossi per la contestazione dei tifosi del Genoa durante Genoa-Siena allo stadio Luigi Ferraris di Genova. Dieci ultrà del Genoa sono stati sottoposti oggi a misure cautelari in relazione alla partita Genoa-Siena del 22 aprile: per 7 di loro sono scattati gli arresti domiciliari, altri 3 hanno ricevuto l'obbligo di dimora. La Digos ha eseguito le misure su richiesta del pm Biagio Mazzeo che sta conducendo l'inchiesta relativa ai disordini della partita, quando i tifosi fecero sospendere la gara e imposero ai giocatori del Genoa di togliersi la maglia. ANSA/LUCA ZENNARO
L'immagine d'archivio del 22 aprile 2012 mostra la disperazione del capitano del Genoa Marco Rossi per la contestazione dei tifosi del Genoa durante Genoa-Siena allo stadio Luigi Ferraris di Genova. Dieci ultrà del Genoa sono stati sottoposti oggi a misure cautelari in relazione alla partita Genoa-Siena del 22 aprile: per 7 di loro sono scattati gli arresti domiciliari, altri 3 hanno ricevuto l'obbligo di dimora. La Digos ha eseguito le misure su richiesta del pm Biagio Mazzeo che sta conducendo l'inchiesta relativa ai disordini della partita, quando i tifosi fecero sospendere la gara e imposero ai giocatori del Genoa di togliersi la maglia. ANSA/LUCA ZENNARO

GENOVA. Una decina di arresti. Un’ordinanza durissima, quella firmata dal gip di Genova Nadia Magrini, per una decina di ultrà del Genoa che il 22 aprile durante Genoa-Siena aggredirono alcuni steward e migrarono nel settore distinti, imponendo nei fatti lo stop alla partita e ai giocatori rossoblù di togliersi le maglie. L’ordinanza reca concetti come intimidazione, omertà, paura e violenza che la trasformano in un ’unicum’ nella giustizia sportiva, anche di tipo penale.

Fu una partita difficile, quel Genoa-Siena con i rossoblù sotto di 4 gol e con la serie B che incombeva: scoppiò sugli spalti una protesta incontenibile. Un gruppo di ultrà, tutti appartenenti all’”Armenia 5r”, «sfondarono la resistenza di un manipolo di steward» picchiandone alcuni e riuscendo a oltrepassare il cancello che divide i due settori. Poi raggiunsero la copertura del tunnel che porta negli spogliatoi e imposero ai giocatori di togliersi la maglia. Solo l’intervento di Giuseppe Sculli che chiese e ottenne una tregua dal capo degli ultrà dell’Armenia Leopizzi (che non si trovava allo stadio) riportò la calma.

La ricostruzione effettuata dal gip Magrini è basata sulla ricostruzione effettuata dal pm Biagio Mazzeo grazie ai filmati, alle testimonianze e a un complesso lavoro d’indagine della digos della questura genovese. Un lavoro difficile: perchè nel corso di quest’inchiesta «emerge - scrive il pm - un quadro di omertà che spinge le persone offese a non denunciare i fatti». Quel giorno, secondo il gip, sulla copertura in plexiglass del tunnel che porta negli spogliatoi c’erano tra gli altri Piermarco Pelizzari, detto ’Il Cobra’ e Fabrizio Fileni, detto ’Tombolone’ che con Ivanhoe Benigni e Mario Demontis sono indicati come i protagonisti di quanto successe quel giorno. Dietro a loro e con loro, almeno 100 ultrà, 80 dei quali sono soltanto denunciati. Dirà il processo se i disordini del 22 aprile sono stati tali da portare ad una condanna penale, oltre che sportiva, di questi «cosiddetti tifosi, un bubbone infetto», come scrive il pm, ma intanto le parole scritte nell’ordinanza, e mai usate in provvedimenti di tipo sportivo, mettono una specie di punto di non ritorno: clima intimidatorio, possibili gravi ritorsioni, omertà e sudditanza psicologica, paura.

Ma le indagini «non sono finite». Così il pm Biagio Mazzeo, che fa riferimento a una «abituale condotta intimidatoria e violenza posta in essere da un ristretto numero di pseudo tifosi». Il pm fa riferimento all’irruzione al ’Signorini’ di Pegli del 3 maggio da parte di alcuni ultrà mentre la squadra si stava allenando. «Giocatori titolari e riserve, allenatore e personale vennero costretti - scrive il pm - a rimanere confinati in un locale, sostanzialmente sequestrati per circa 10 minuti o forse più e sottoposti a una forte intimidazione».

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