Bacio tra russe sul podio, riesplode il caso gay

MOSCA. Gesto nella tradizione o provocazione? Un bacio sulla bocca scambiato sul podio tra due velociste russe è l'ultimo atto di una polemica che ha vivacizzato un Mondiale di atletica leggera povero di record, ma non di emozioni, che ha coinvolto a Mosca atleti, autorità e media.
Motivo del confronto è una legge russa che vieta la propaganda omosessuale in presenza di minori e che non pochi sportivi hanno criticato, mentre sono stati clamorose prima le dichiarazioni a difesa della norma e poi la repentina marcia indietro a 24 ore di distanza da parte della zarina mondiale dell'asta Yelena Isinbayeva.
Quando tutto sembrava tornato sul binario della normalità - anche il colore delle unghie della saltatrice svedese Emma Green-Tregaro, costretta a coprire un polemico smalto arcobaleno con il rosso accogliendo la richiesta partita dai dirigenti della sua federazione nel rispetto delle regole e per non violare il codice di condotta -, ecco l'inaspettata performance di Tatyana Firova e Kseniya Ryzhova, che hanno festeggiato davanti alle telecamere la vittoria nella 4X400 baciandosi sulla bocca.
Un gesto che alcuni media stranieri hanno interpretato come una sfida al presidente Putin e alla sua legge anti-gay. I media locali hanno ignorato il gesto e le atlete non hanno fatto commenti sulla vicenda. Più che di una clamorosa protesta casalinga contro il leader del Cremlino, potrebbe però trattarsi della vecchia tradizione sovietica di baciarsi sulla bocca anche tra persone dello stesso sesso per salutarsi affettuosamente. Le due atlete, in sostanza, avrebbero agito d’istinto nel rispetto di un’usanza locale senza rendersi conto che, in mezzo alle polemiche di questi giorni, il gesto avrebb e inevitabilmente scatenato un putiferio.
Firova e Ryzhova si erano baciate anche in pista subito dopo la vittoria nella staffetta, ma il fatto di aver ripetuto il gesto sul podio lascia qualche dubbio sulla loro effettiva intenzione.
Nessun dubbio è stato invece espresso dal ministro russo dello sport, Vitali Mutko, secondo il quale i media occidentali hanno gonfiato esageratamente la questione della legge. «Questo problema è un'invenzione - ha detto il ministro durante la conferenza stampa finale dei mondiali -. Non c'è alcun divieto alle relazioni sessuali non tradizionali, nessuno è privato dei suoi diritti. Garantiti a Mosca così come alle prossime Olimpiadi invernali di Soci. La legge riguarda la protezione delle giovani generazioni, la cui psiche non si è ancora formata, prima che raggiungano la maturità. Una protezione - ha voluto aggiungere ancora Mutko per cercare di stemperare il caso che ha avuto una enorme eco in tutto il mondo - che non va considerata solo dalle relazioni sessuali non tradizionali ma anche dall'alcol e dalla droga».
Di sicuro, in ogni caso, il bacio tra le due campionesse iridate ha fatto meno scalpore di quanto fece in Occidente quello alla sovietica scambiato nel 1979 tra il leader del Pcus, Leonid Brezhnev, e il segretario del partito socialista della Germania Est, Erich Honecker, che divenne una icona della guerra fredda.
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