Barcolana, le novità del “boatsharing” per battere la crisi

Anche un’applicazione elettronica per trovare e offrire posti sulle barche da iscrivere alla famosa regata
Di Francesca Capodanno

TRIESTE. “Boatsharing” ai nastri di partenza. Quella che si annuncia essere una delle più particolari innovazioni della prossima edizione della Barcolana, è pronto a partire. Si tratta di un’applicazione – visibile dalla pagina Facebook della Barcolana e anche da www.barcolana.it – che evolve lo storico “cerco e offro imbarco”. Permette a quanti cercano un posto nella storica regata triestina di candidarsi o scegliere un posto offerto da un armatore, gratuitamente o a pagamento, attraverso le società di charter.

L'applicazione – sviluppata dalla società CrowdM per la Barcolana – sarà attiva da mercoledì: da dopodomani sarà quindi possibile candidarsi per un posto in barca o per offrirlo. «Grazie al comarketing con CrowdM – ha spiegato il presidente della Società velica di Barcola e Grignano, Vincenzo Spina – abbiamo la possibilità di sperimentare un dialogo più diretto con quanti vogliono partecipare alla regata, ma non hanno a disposizione una barca, o quanti hanno una barca ma non riescono a formare un equipaggio». «Si tratta di uno strumento nuovo - precisa -, di un test che consideriamo molto interessante: il nostro obiettivo è di aprire la regata a sempre più persone che amano la vela». Modellata sulle applicazioni di “carsharing”, quelle che permettono di trovare passaggi in automobile per brevi tratti o viaggi lunghi, molto di moda negli Stati Uniti, l'applicazione punta anche a promuovere il territorio. «Il “boatsharing” va usato in modi diversi – spiega Spina – perché ci sono tanti modi per condividere una barca e la Barcolana. Da un lato ci sono gli armatori triestini: sono oberati di richieste di amici e parenti che vogliono partecipare alla regata, ma se quest'anno scegliessero di mettere un posto a diposizione per un velista da fuori, avrebbero l'occasione di diventare ancora più protagonisti dell'evento, condividendolo con persone che vogliono conoscere Trieste e la regata». «Per gli armatori che invece vengono da altri porti, il boatsharing è un valido aiuto per il trasferimento: chi sale a bordo, infatti, s’impegna anche ad aiutare nello spostamento della barca, acquisendo anche la possibilità di dormire a bordo. Ci sono armatori che vogliono partecipare ma non hanno abbastanza velisti per trasferire la barca. Noi così puntiamo ad offrire un aiuto». Infine, la versione “anti crisi”: il “boatsharing” prevede anche la possibilità di chiedere un passaggio a pagamento. È il caso dei charter: storicamente offrono la possibilità ai velisti d’imbarcarsi pagando il proprio posto a bordo, ma il sistema vale anche per i privati che possono così condividere le spese d’iscrizione, pernottamento e gestione della barca. «Siamo curiosi anche noi – conclude Spina – di vedere come funzionerà e soprattutto se gli armatori risponderanno alla chiamata, scegliendo di ospitare a bordo un velista “foresto”, concretizzando il vero spirito marinaro».

Il primo a offrire imbarco (apparirà solo tra qualche giorno, perché impegnato al Fastnet) è lo scafo Aniene di Giorgio Martin, con numerosi professionisti a bordo.

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