Barcolana, le novità del “boatsharing” per battere la crisi

TRIESTE. “Boatsharing” ai nastri di partenza. Quella che si annuncia essere una delle più particolari innovazioni della prossima edizione della Barcolana, è pronto a partire. Si tratta di un’applicazione – visibile dalla pagina Facebook della Barcolana e anche da www.barcolana.it – che evolve lo storico “cerco e offro imbarco”. Permette a quanti cercano un posto nella storica regata triestina di candidarsi o scegliere un posto offerto da un armatore, gratuitamente o a pagamento, attraverso le società di charter.
L'applicazione – sviluppata dalla società CrowdM per la Barcolana – sarà attiva da mercoledì: da dopodomani sarà quindi possibile candidarsi per un posto in barca o per offrirlo. «Grazie al comarketing con CrowdM – ha spiegato il presidente della Società velica di Barcola e Grignano, Vincenzo Spina – abbiamo la possibilità di sperimentare un dialogo più diretto con quanti vogliono partecipare alla regata, ma non hanno a disposizione una barca, o quanti hanno una barca ma non riescono a formare un equipaggio». «Si tratta di uno strumento nuovo - precisa -, di un test che consideriamo molto interessante: il nostro obiettivo è di aprire la regata a sempre più persone che amano la vela». Modellata sulle applicazioni di “carsharing”, quelle che permettono di trovare passaggi in automobile per brevi tratti o viaggi lunghi, molto di moda negli Stati Uniti, l'applicazione punta anche a promuovere il territorio. «Il “boatsharing” va usato in modi diversi – spiega Spina – perché ci sono tanti modi per condividere una barca e la Barcolana. Da un lato ci sono gli armatori triestini: sono oberati di richieste di amici e parenti che vogliono partecipare alla regata, ma se quest'anno scegliessero di mettere un posto a diposizione per un velista da fuori, avrebbero l'occasione di diventare ancora più protagonisti dell'evento, condividendolo con persone che vogliono conoscere Trieste e la regata». «Per gli armatori che invece vengono da altri porti, il boatsharing è un valido aiuto per il trasferimento: chi sale a bordo, infatti, s’impegna anche ad aiutare nello spostamento della barca, acquisendo anche la possibilità di dormire a bordo. Ci sono armatori che vogliono partecipare ma non hanno abbastanza velisti per trasferire la barca. Noi così puntiamo ad offrire un aiuto». Infine, la versione “anti crisi”: il “boatsharing” prevede anche la possibilità di chiedere un passaggio a pagamento. È il caso dei charter: storicamente offrono la possibilità ai velisti d’imbarcarsi pagando il proprio posto a bordo, ma il sistema vale anche per i privati che possono così condividere le spese d’iscrizione, pernottamento e gestione della barca. «Siamo curiosi anche noi – conclude Spina – di vedere come funzionerà e soprattutto se gli armatori risponderanno alla chiamata, scegliendo di ospitare a bordo un velista “foresto”, concretizzando il vero spirito marinaro».
Il primo a offrire imbarco (apparirà solo tra qualche giorno, perché impegnato al Fastnet) è lo scafo Aniene di Giorgio Martin, con numerosi professionisti a bordo.
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