Bartali dichiarato “Giusto tra le nazioni”

FIRENZE. La scia dei Mondiali di ciclismo toscani porta una buona notizia: Gino Bartali è stato dichiarato “Giusto tra le nazioni” dalla commissione dello Yad Vashem, il sacrario della Memoria di Gerusalemme. A comunicarlo in via ufficiale è stato un documento apparso sul sito dell'organizzazione israeliana. Il museo dell'Olocausto fondato nel 1953 riconosce al campione un'onorificenza prestigiosa, riservata ai non-ebrei che hanno agito in modo eroico, rischiando la propria vita per salvarne anche solo una di un ebreo dalla Shoah, il genocidio nazista.
Nella motivazione si legge che Bartali, «un cattolico devoto, nel corso dell'occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Cassuto e l'arcivescovo della città, cardinale Dalla Costa. Questa rete ebraico-cristiana messa in piedi a seguito dell'occupazione tedesca e all'avvio della deportazione degli ebrei ha salvato centinaia di ebrei locali ed ebrei rifugiati dai territori prima sotto controllo italiano, principalmente in Francia e Yugoslavia». Bartali, in particolare nel caldo autunno del 1943, agì spesso come “postino della pace”, sui pedali per trasportare e consegnare da Firenze a Genova e poi da Firenze ad Assisi (300 km fra andata e ritorno, in un solo giorno) documenti falsi nascosti in un cilindro sulla canna della bicicletta, sfuggendo ai controlli delle guardie con la scusa plausibile che percorreva quel percorso per allenarsi ai grandi eventi. Quante vite ha salvato Bartali? Il figlio Andrea ha stimato una cifra intorno agli 800 ebrei, insieme a un bel po' di inglesi e partigiani.
Jimmy Morrone
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