Beghin si presenta «Sta nascendo un undici di valore»

Parla il difensore padovano ingaggiato dall’Unione 2012 «Sono contentissimo di giocare in una città così importante»
Di Antonello Rodio
Este (Bianchi) contro Santarcangelo /Giallo/Blu). Luca Beghin, n. 2 dell'Este in azione. Sport. -
Este (Bianchi) contro Santarcangelo /Giallo/Blu). Luca Beghin, n. 2 dell'Este in azione. Sport. -

TRIESTE. Padovano, 29 anni, Luca Beghin è chiamato a portare qualità ed esperienza al reparto arretrato dell’Unione Triestina 2012. Dopo gli inizi da terzino, Beghin infatti ha un lungo curriculum da difensore centrale in serie D: la scorsa stagione si è diviso tra Arzignanochiampo ed Este, in precedenza ha giocato con Giorgione, Sacilese, Legnago e Sambonifacese, con quest’ultima anche in C2.

Beghin, cosa rappresenta per lei l’approdo a Trieste?

Sono contentissimo vista la piazza e la storia di questa società. Trieste è una bella opportunità per un giocatore, soprattutto perché mi pare che si stiano facendo le cose per bene. L’esperienza da giovane col Padova era stata l’unica con una società di grande nome, quindi quella con la Triestina è certamente la più importante. È vero che ho giocato anche in serie C, ma essere a Trieste, seppur in serie D, è cento volte meglio.

Cosa l’ha convinta in particolare?

Pinzin è un bravo ds e l’esperienza a Pordenone lo dimostra: ha sempre costruito buone squadre e appena ho avvertito la possibilità di venire a Trieste ho colto la palla al balzo. Anche perché si stanno prendendo giocatori di valore che conosco bene: significa che si vogliono fare le cose in un certo modo.

Anche se negli ultimi anni è una nobile decaduta e per giunta in rotta con i tifosi?

Lo so che attualmente non ci sono buoni rapporti fra il presidente e i tifosi, ma io penso che se noi sul campo facciamo bene, alla fine con dei buoni risultati potrebbe esserci un riavvicinamento, almeno questa è la mia speranza. E poi dopo anni di delusioni, i tifosi meriterebbero finalmente delle soddisfazioni.

Dopo aver toccato la serie C, c’è un po’ di rammarico per aver disputato le ultime stagioni in serie D?

Il rammarico c’è sicuramente, perché all’epoca non avevo rinnovato con la Sambonifacese in serie C perché dovevo andare in serie B. Poi le cose sono andate diversamente, inoltre sono stato penalizzato anche dalle regole dei giovani, che in seguito mi hanno fatto anche cambiare ruolo. Da giovane facevo il terzino, anche in serie C, ma c’è il rammarico di non essermela potuta giocare in quel ruolo viste le regole sui giovani, considerato che molti sono utilizzati sulle fasce. E così io mi sono dovuto riadattare a fare il difensore centrale.

E come difensore centrale come si descrive?

Fondamentalmente sono un difensore rapido ed esplosivo, che gioca molto sull’anticipo. Per questo ho spesso fatto coppia con difensori alti, che giocano soprattutto di fisico. Ma mi trovo bene con tutti. Inoltre non mi dispiace impostare l’azione, grazie al fatto che avendo giocato terzino ho una certa tecnica.

Quali sono le speranze per questa stagione?

Dal punto di vista personale quella di portare tanta esperienza e di dare un contributo importante per la causa della squadra. E poi, come detto, c’è l’obiettivo di far contenti i tifosi, giustamente stanchi di play-out e brutte figure.

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