Benemerenza Figc a Ferrante quasi 35 anni al servizio del calcio
TRIESTE. Chi, dagli anni ’80, ha giocato al calcio in regione, è passato, in pratica, dalle sue mani: no, non è un procuratore, allenatore o direttore sportivo, ma Nicola Ferrante, funzionario della Figc, è colui che cura le pratiche dei tesseramenti, quelle del “cartellino”, senza il quale non si scende in campo. Romano, classe ’51, aveva sei anni quando suo padre fu trasferito a Trieste: al lavoro per non pesare sulla famiglia, volontario in aeronautica, poi vince un concorso ed entra nelle Ferrovie, scelta per sempre, come la passione per il calcio.
«Ho giocato nel CGS, nel Costalunga, nella Roianese – racconta - ma nel ’78 sono andato a giocare in Coppa Trieste perché collaboravo con la FIGC e non potevo fare più il calciatore: colpa… di Mario Verbacci, collega di lavoro, che mi portò nell’ambiente che mi piacque, perché volevo conoscere anche altri aspetti del mondo del calcio». Con un po’ di ritardo, ecco la benemerenza dei 20 anni di attività, ricevuta dalle mani di Abete e Tavecchio: «È un attestato di stima e gratitudine che fa piacere - commenta Nicola - per i dodici anni con Meroi, altrettanti con Martini, otto con Burelli e gli ultimi con Toffoletto. Diciamo che ho vissuto un momento storico diverso, quando magari bastava la parola data e non servivano carte scritte».
Nella carriera, non manca il ruolo di allenatore: Roianese, Supercaffé, Breg, San Nazario, Portuale, CGS, Domio, Ponziana, la rappresentattiva provinciale, Gallery Sistiana, San Giovanni: «Ho avuto la fortuna di farlo in tutte le categorie e ciò permette di scoprire la fascia d’età in cui si riesce a dare il meglio ai ragazzi». Tanti ricordi, qualche rimpianto? «L’aver dialogato con allenatori come Giacomini, Guidolin, Zoratti, Lombardo, l’aver ampliato le mie conoscenze calcistiche, tante soddisfazioni ma anche il rimpianto di non aver potuto fare il patentino di seconda categoria perché non potevo permettermi di stare un mese a Coverciano. La benemerenza? La dedico alla famiglia - chiosa Nicola - che mi ha permesso di dedicarmi alla mia passione». (g.b.)
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