Boateng guida il Brasile d’Africa

L’ex milanista, Muntary e Asamoah sono le stelle. Gyan deve riscattare l’errore dal dischetto del 2010
Di Rocco Coletti

Le qualità tecniche del Ghana sono non sono in discussione, a tal punto che viene definito il Brasile d'Africa. E nelle ultime (e uniche) partecipazioni ai Mondiali ha chiuso agli ottavi (in Germania) e ai quarti (in Sudafrica) di finale. A ben vedere, quindi, l’interrogativo è uno solo: le tante buone individualità riusciranno a formare una squadra? Il Ghana è arrivato alla fase finale a vele spiegate: in maniera netta e inequivocabile, sbaragliando la concorrenza dell'Egitto, cui ha rifilato un umiliante 6-1, prima di essere sconfitto nella sfida-bis (2-1), ridotta davvero a una pura formalità. La supremazia delle Stelle nere mai è stata in discussione e, nel verdetto finale, ha influito anche la ritrovata vena di un elemento come Kevin Prince Boateng, tornato in Nazionale e in gol proprio all'ombra delle piramidi, contro gli eredi dei Faraoni. Il trascinatore del Ghana, in Brasile, sarà proprio l'ex milanista - oggi allo Schalke 04 - che, assieme all'ex compagno di squadra Sulley Muntary e allo juventino Kwadwo Asamoah, formano lo zoccolo duro della squadra allenata da James Kwesi Appiah, ghanese di Kumasi, classe 1960, con un passato nell'Asante Kotoko (vi ha giocato per un decennio) e nella Juventus.

Quella ghanese, fra le squadre africane, è la più attesa: le si chiede quantomeno la qualificazione agli ottavi di finale, se non addirittura di ripetersi, quattro anni dopo l'accesso ai quarti in Sudafrica. Nell'ultima Coppa d'Africa, il cammino del Ghana si è fermato in semifinale, quando si è arreso al Burkina Faso ai calci di rigore, ma ai Mondiali sarà diverso. Il reparto che fornisce la garanzie maggiori è il centrocampo, con Muntari, Asamoah e l'udinese Badu in grado di macinare chilometri ad alte velocità e ad altissime temperature, ma anche di assicurare qualità ed esperienza. In avanti ci pensa Asamoah Gyan, che detiene il record di gol in Nazionale (39), dopo averlo strappato all'ex torinista Abedi Pelè. Gyan ha un conto in sospeso con i Mondiali e in Brasile vuole riscattare l'errore dal dischetto commesso quattro anni fa, in Sudafrica, contro l'Uruguay, che privò il Ghana di una storica qualificazione alle semifinali.

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