Boxe, Camacho non ce l’ha fatta: addio a un grande

NEW YORK. Hector “Macho” Camacho, ex campione del mondo di pugilato in tre diverse categorie, ha perso l’ultimo combattimento, quello per la vita. Dopo esser stato mercoledì ferito al volto in una sparatoria, due giorni fa era stata dichiarata la sua morte cerebrale e quando ieri mattina ha subito un nuovo arresto cardiaco, i medici dell’ospedale di Portorico dove era ricoverato hanno infine deciso di “staccare la spina” alle macchine gli consentivano di respirare. Era in un sobborgo di San Juan, dove era nato, quando due uomini hanno sparato una pioggia di proiettili contro l’auto in cui era seduto assieme ad un amico d’infanzia, Adrian Mojica Moreno, che è morto sul colpo. Camacho, che aveva 50 anni, è stato raggiunto da un proiettile alla mascella, che ha gli reciso due arterie e gli ha fratturato due vertebre. I funerali, ha fatto sapere la sua famiglia, si svolgeranno a New York, ad Harlem, dove era cresciuto e dove aveva cominciato la straordinaria carriera di pugile mancino, che lo aveva portato a vincere il titolo mondiale per le categorie piuma e leggeri WBC e super leggeri WBO. In totale 87 incontri, con 79 vittorie, di cui 38 per knockout.
Ma la sua vita oltre che dalle vittorie è stata scandita anche da una serie di sconfitte, sul piano umano. Di recente era stato accusato di violenza sui minori, per aver picchiato, secondo l’accusa, suo figlio. Nel 2007 era stato condannato a sette anni di carcere per furto in un negozio in Mississippi. Una condanna poi sospesa e che la corte ha rivisto in un anno di libertà vigilata. E ancora prima aveva avuto seri problemi di alcol e droga. Da cui non è chiaro se fosse veramente uscito. La polizia, mercoledì ha trovato nelle tasche del suo amico nove bustine di cocaina e una era aperta all’interno dell’auto teatro della sparatoria.
Riproduzione riservata © Il Piccolo