Brescia-Pallacanestro Trieste: le chiavi di gara-2

Nei playoff ogni partita fa storia a sé ma, per impensierire la Germani, Trieste dovrà migliorare nella regia, con Ross chiamato a dare il salto di qualità

Raffaele Baldini
Colbey Ross in azione durante gara-1 (Foto Ciamillo/Lasorte)
Colbey Ross in azione durante gara-1 (Foto Ciamillo/Lasorte)

Resettare tutto. Imperativo nei playoff, che si vinca o che si perda. Per la squadra di coach Christian non sarà un problema cancellare quanto fatto in gara-1, anche perché c’è da salvare poco.

Il rebus Miro Bilan deve rimanere insoluto, altrimenti, se diventa un’ossessione, rischia di mettere in ritmo gli esterni bresciani, primi in serie A per percentuale nel tiro da tre punti (che comunque non sarà neanche vicino al 16,7% di gara-1, a prescindere). È paradossale questa chiave tattica, perché se uno leggesse il contributo di Bilan e i numeri dall’arco dei tre punti di Ivanovic e soci, si direbbe che il piano tattico ha funzionato.

Il problema è sempre come si fanno le cose, e i lombardi hanno fatto tutto con una velocità, intensità e tempi di reazione superiori. Ovviamente regalare 22 potenziali possessi alla tua avversaria (essendo 11 palle perse, quindi 11 attacchi sprecati e 11 attacchi concessi all’avversaria), è un sanguinoso viatico alla sconfitta finale. Colbey Ross non è efficace in regia per come sta interpretando il ruolo, Michele Ruzzier non sta bene, per cui forse è meglio indurre l’americano a fare quello che gli riesce meglio, cioè attaccare il canestro per segnare.

Altri numeri sono fuorvianti nella disamina della prima sfida della serie: il trio di lunghi biancorosso Johnson-Kelley-Candussi ha confezionato 37 punti con 4/5 ai tiri liberi (di Johnson!), 9/15 al tiro da due punti e 5/7 da tre punti… roba da gridare al dominio assoluto. In realtà manca la lettura difensiva, quella che ha portato soprattutto Johnson e Kelley a non mettere neanche il minimo sindacale di fisicità contro Bilan, saltando sempre una frazione di secondo più tardi; momenti raccapriccianti si son visti quando anche Chris Dowe riusciva a portare a casa rimbalzi alle due “pertiche” alabardate.

Quanto sopra scritto potrebbe essere l’inizio dei titoli di coda di una stagione brillante, invece non lo è, la post-season insegna che ogni partita fa storia a sé, ogni possesso fa storia a sé. L’importante è crederci, entrare con lo spirito giusto per affrontare una battaglia, non un match di stagione regolare.

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