Caso Pro Gorizia, la società si schiera contro i suoi ultras per il coro nazista

Non si placa la bufera sul caso Pro Gorizia dopo la sanzione comminata alla società a causa di "un'espressione inneggiante al regime nazista" scandita dai tifosi biancazzurri durante la partita di domenica scorsa a Cordenons.
La società per bocca del presidente Giulio Mosetti annuncia una serie di iniziative per domani invitando i bambini e tutti i goriziani allo stadio di Campagnuzza in occasione della sfida contro il Ronchi affinché «possiamo mostrare il volto bello della città», mentre al contempo Gioventù Biancazzurra, la sigla che raggruppa la tifoseria organizzata della Pro, prende posizione: «In riferimento alla multa comminata alla Pro Gorizia nella partita di Cordenons la Gba nega con fermezza qualsiasi coro nazista e condanna fermamente qualsiasi riferimento al razzismo o al nazismo».
Nel comunicato emesso dal giudice sportivo che ha comminato la sanzione, viene però evidenziato come alla base della multa vi sia «un'espressione inneggiante al regime nazista, ovvero il saluto "Ein, zwei, drei...sieg heil!!"». E proprio queste ultime due parole sono nel mirino: "Sieg heil", che in tedesco significa "saluto alla vittoria", era infatti lo slogan utilizzato come saluto in occasione dei raduni nazisti. E il fatto che questo slogan sia giunto durante una partita giocata il 27 gennaio, Giornata della Memoria dedicata alle vittime della Shoah, rende ancora più grave quanto accaduto.
I tifosi della Gba, da parte loro, negano qualsiasi volontà di inneggiare al nazismo: «Scorrendo il nostro regolamento appare ben visibile il punto che vieta ogni riferimento politico in curva: il coro sotto accusa, "viva la vittoria", è un semplice sostegno a un nostro nuovo acquisto portato a Gorizia per vincere il campionato, ma la parte con il nome del giocatore è stata omessa nel referto arbitrale, stravolgendone il significato. Coro peraltro già eseguito in due partite precedenti e in altri stadi di tutta Italia da altre tifoserie senza nessuna conseguenza. Non ci sono stati da parte nostra cori inneggianti ad Hitler, ne saluti romani o esposizione di svastiche. Meno che mai cori razzisti, quindi la multa appare del tutto fuori luogo».
Fulvio Moratto, portavoce della Gba stessa, aggiunge: «Mai ci saremmo sognati di cantare qualcosa che potesse omaggiare il regime nazista: tutto è stato fatto in assoluta buonafede. Il coro oggetto delle polemiche è semplicemente stato ripreso da un motivetto che la curva dell'Inter negli anni Ottanta intonava per omaggiare un centravanti nerazzurro dell'epoca, e nessuno ha mai multato nessuno per questo. La società-Pro Gorizia si è inalberata solo mercoledì leggendo il comunicato, ma domenica sera i dirigenti erano tutti con noi in chiosco a fine partita. Come mai nessuno ha avuto da ridire già in quell'occasione?»
Ma proprio il presidente Mosetti non ci sta: «L'espressione utilizzata in quel coro è inaccettabile: ribadiamo non solo la nostra totale presa di distanze da quelle parole, ma anche la volontà come società di prendere provvedimenti durissimi. La prossima settimana si riunirà il direttivo e ufficializzeremo le nostre decisioni a tal proposito: il fatto è di una gravità inaudita, non è questo il sostegno che vogliamo alle nostre partite». —
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