Cassano attacca a testa bassa: «Galliani mi ha preso in giro»

MILANO. Dice di aver messo la testa a posto ma Antonio Cassano, nel suo Dna, resta lo stesso: sanguigno, verace, diretto, colorito, senza freni nè filtri. Ad Appiano Gentile va in scena lo show del...
Antonio Cassano, neo attaccante dell'Inter, viene presentato alla stampa presso il centro sportivo "Angelo Moratti" ad Appiano, Como, 25 agosto 2012. ANSA / MATTEO BAZZI
Antonio Cassano, neo attaccante dell'Inter, viene presentato alla stampa presso il centro sportivo "Angelo Moratti" ad Appiano, Como, 25 agosto 2012. ANSA / MATTEO BAZZI

MILANO. Dice di aver messo la testa a posto ma Antonio Cassano, nel suo Dna, resta lo stesso: sanguigno, verace, diretto, colorito, senza freni nè filtri. Ad Appiano Gentile va in scena lo show del giocatore appena approdato all’Inter dopo un divorzio difficile e velenoso dal Milan. Cassano non vuole neanche pronunciare il nome di colui che lo avrebbe preso in giro con promesse (secondo lui) mai mantenute, con tante parole alle quali non sono seguiti i fatti. L’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani è - per Cassano - l’uomo del molto fumo e poco arrosto, un Ponzio Pilato in rossonero, “complice” anche Allegri per il quale - accusa - contava come il due di coppe con una briscola a bastoni, cioè niente.

Cassano si sente uno spirito libero come il delfino che si è fatto tatuare e ribadisce che non si sottometterà mai a certe logiche. Linguaggio sciolto, carico e di nuovo felice - chissà fino a quando -, Cassano si prende la sua rivincita racchiusa in una frase a effetto per “cancellarne” un’altra altrettanto forte: nel suo primo giorno in rossonero affermò che - per lui - sopra il Milan c’era solo il cielo. Oggi, sopra il cielo c’è l’Inter. Cassano all’epoca giurò che, se fosse andato via dal Milan, sarebbe stato da manicomio. Nessuna smentita ma una interpretazione autentica: «Io dissi che sarei stato da rinchiudere solo se avessi sbagliato io. Ma altri hanno sbagliato, qualcuno ha fatto il furbo e a me non piace essere preso in giro. Così ho deciso di andarmene». Si tratta di Galliani? «Non lo voglio neanche sentire nominare. Voi lo dite. Ha fatto tanto fumo e poco arrosto. Ancora sto aspettando. Lui diceva sempre domani, domani... Mi sono sentito trattato male». Per chiarimenti riguardo a queste promesse mancate, rinvia a Galliani: «Chiedetelo a quel signore, tanto dirà che ha sempre ragione lui. Va d’accordo solo con la gente che gli lecca quella cosa lì, io non sono quel tipo. Già dall’estate dello scudetto prometteva, poi le cose non sono andate bene e ho lasciato».

Poi l’addio di Ibrahimovic e Thiago Silva ha accelerato i titoli di coda: «Ho preso la palla al balzo e non ho più aspettato. Cosa mi diceva Allegri? Per lui ero la quinta, la sesta, la settima punta. Non mi sentivo importante. Contavo come il due di coppe con la briscola a bastoni».

La gratitudine per il Milan che lo ha rimesso in pista dopo l’operazione al cuore resta ma con una postilla: «Ringrazio la gente del Milan, Silvio Berlusconi e la figlia Barbara che sono stati molto gentili con me, Tassotti e Tavana. Io avevo problemi solo con una persona...»

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