Il sogno a cinque cerchi di Caterina Sinigoi: «Una chance inattesa»
La triestina in lizza con la Slovenia per un posto ai Giochi di Cortina: «Mi si sta aprendo un mondo inaspettato»

«Non ci voglio nemmeno pensare perché non erano questi i piani di inizio stagione, anche se è chiaro che mi si sta aprendo un mondo del tutto inaspettato».
Mantiene un profilo basso la triestina Caterina Sinigoi. Quasi a voler esorcizzare un destino che potrebbe donarle una chance più unica che rara. La 22enne sciatrice di Aurisina entrata nel gennaio scorso nel circuito di Coppa del Mondo nelle fila della Nazionale slovena (Caterina è dotata di doppio passaporto) potrebbe essere tra le protagoniste delle prossime Olimpiadi invernali di Milano Cortina.
Il fato ha voluto che, nel giro di neanche due settimane, la Slovenia perdesse per infortunio le due atlete che avrebbero dovuto prendere parte ai Giochi: prima Andreja Slokar, rottasi il legamento crociato del ginocchio destro durante un allenamento a Sölden, poi Neja Dvornik, fratturatasi tibia e perone durante il riscaldamento in vista della manche inaugurale a Gurgl.
Sinigoi, la vedremo alle Olimpiadi?
«Ad inizio stagione non pensavo potesse esserci nemmeno una minima possibilità, ma visto che quello che è successo, un lumicino si è acceso».
Cosa ha pensato quando ha visto gli infortuni delle sue due compagne di squadra?
«Innanzitutto dispiacere: Andreja e Neja erano davvero in forma. Poi ho realizzato che si stava aprendo un mondo per me, in maniera assolutamente inattesa».
Si sa già quando arriveranno le convocazioni ufficiali?
«Il Comitato olimpico sloveno deciderà a metà gennaio».
Quante atlete andranno a Cortina?
«Tre. Ma potrebbe essere scelta anche una sola atleta (la più papabile è la 32enne Ana Bucik Jogan di Nova Gorica, in lizza c’è anche la classe 2002 Anja Oplotnik, ndr). Ad ogni modo non voglio concentrarmi troppo sui Giochi: il mio obiettivo stagionale è ottenere bei risultati nelle gare di Coppa Europa e maturare esperienza in Coppa del Mondo».
Il debutto in CdM, a Courchevel, si è concluso con una caduta nella prima manche. Cosa è successo?
«Sono scivolata dopo una dozzina di porte, una caduta davvero sciocca: mi sono inclinata troppo verso lo sci interno. Certo, le condizioni meteo non erano delle più facili: durante il giorno c’erano 8 gradi e la pista non ha tenuto. Io avevo il pettorale numero 64».
Si è consolata conoscendo il suo mito, Mikaela Shiffrin?
«Macché. La Shiffrin era molto distaccata dalle altre atlete, evidentemente voleva avere i suoi spazi: non a caso è la più vincente nella storia della Coppa del Mondo di sci alpino. Non ci ho parlato, ma almeno l’ho vista».
Domenica di nuovo Coppa del Mondo.
«Mi sono allenata a Kranjska Gora per preparare al meglio lo slalom speciale di Semmering ed essere in forma in vista delle gare del 3-4 gennaio a Kranjska Gora dove, probabilmente, si decideranno le sorti di chi andrà alle Olimpiadi».
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