C’è il Liechtenstein ma a Udine l’Italia pensa già alla Spagna

Ventura schiera le quattro punte: «Dobbiamo fare tante reti» Buffon: «Felice di giocare questa sfida, guai a distrarsi»
UDINE. Si gioca in uno stadio Friuli quasi esaurito (venduti già 21 mila biglietti), si pensa al Santiago Bernabeu. Stasera sulla griglia azzurra finiranno – ci si augura – le morbide cosce dei giocatori del Liechtenstein: qualche semiprofessionista, molti frequentatori dei campionati di Svizzera e Austria, un paio di “stelline”, su tutti
Marcel Büchel
, centrocampista reduce da una stagione sfortunata a Empoli. La speranza è che siano anche in vacanza con la testa, perché l’Italia ha una maledetta fame di gol nella rincorsa al primato nel Gruppo G, l’unica posizione che garantisce la qualificazione ai prossimi Mondiali, quelli del 2018 in Russia, senza ricorrere all’infernale meccanismo degli spareggi, i play-off tra le seconde classificate. Vale la differenza gol nel caso di arrivo a pari merito e adesso gli azzurri sono sullo stesso gradino della Spagna, ma con un -8 nella casella delle reti.


L’incubo.
Dire a
Buffon
o a
Bonucci
e
Chiellini
, oggi sicuri titolari al Friuli, che bisogna giocare contro il Liechtenstein pensando alle
Furie Rosse
potrebbe provocare un attacco di “orticaria calcistica”. Dal 2012, anno della finale degli Europei (persa per 4-0), il destino del calcio italiano si sta intrecciando con quello spagnolo. E senza troppa fortuna. Perché gli juventini reduci dalla finale di Champions League a Cardiff hanno ancora negli occhi il ghigno di
Sergio Ramos
mentre alza la coppa per il Real, mentre due anni prima erano stati quelli del Barça, da
Iniesta
a
Piqué
, a castigarli, una storia di lacrime e sudore che passa anche attraverso la semifinale della Confederations Cup del 2013, persa ai rigori. Tutte delusioni che vengono a galla se ti dicono che oggi a Udine devi giocare e segnare pensando allo scontro diretto del 2 settembre, al Bernabeu: perché gli spagnoli hanno scelto il “tempio” per la sfida decisiva del girone.


Il piano.
Così stasera non bisognerà distrarsi con le voci che rimbalzeranno da Skopje, dove la Spagna sarà di scena contro la Macedonia. L’unico obiettivo azzurro è limare la differenza reti dando vita a una gara d’attacco col Liechtenstein. Nulla di rivoluzionario, considerando che il
ranking Fifa
, la classifica mondiale, parla chiaro: il Principato alpino viaggia in 186ª posizione, alla ricerca del sorpasso su Macau, Bermuda e Guam, famosa per i fanghi, non certo per le giocate su un campo. L’Italia è 12ª, in risalita: davanti ha – a pochi punti – la Polonia e l’incubo. La Spagna. Non c’è partita sulla carta.


Parola di ct.
«C’è l’obbligo di vincere facendo il maggior numero di gol, è doveroso. Ma parlare di goleada è poco corretto».
Gian Piero Ventura
ha cercato di togliere un po’ di pressione parlando dalla sala stampa del Friuli, dove l’Italia non ha svolto la rifinitura a differenza del Liechtenstein: atterrata all’aeroporto di Ronchi dei Legionari leggermente in ritardo, verso le 19, la Nazionale ha svolto solo una ricognizione del terreno di gioco. «Dovremo essere bravi – ha riconosciuto tuttavia il ct azzurro – , perché questa partita ci dà la possibilità di andare su quella giostra, di giocare la partita delle partite», ha concluso riferendosi all’appuntamento di settembre a Madrid.


Il capitano.
Accanto a Ventura un Gigi Buffon che prima di proiettarsi al futuro spagnolo ha chiuso il capitolo appena vissuto, quello di Cardiff: «Sono molto contento di giocare questa ultima partita della stagione. Andrò in campo con l’entusiasmo di un giocatore che gioca per la Nazionale. Nello sport ci stanno le vittorie e le sconfitte: io ho vinto tanto e ho perso tanto perché ho combattuto per i trofei più prestigiosi e in questi casi affronti anche avversarie importanti». Il Liechtenstein non fa parte di questa categoria, ma il portiere azzurro alza la guardia: «Prima di Madrid abbiamo solo la partita di Udine, non possiamo distrarci».


La formazione.
Sarà la migliore possibile: a protezione di Buffon in retroguardia una linea a quattro composta da
Darmian
, Bonucci, Chiellini e il sorprendente
Spinazzola
, mediani l’esordiente
Pellegrini
(l’alternativa è
Montolivo
visto il forfait di
Marchisio
) e
De Rossi
, in attacco
Candreva
e
Insigne
sulle fasce con
Immobile
e
Belotti
al centro. C’è il 4-2-4 nel menù dello “chef” Ventura, come se Carlo Cracco ci servisse stasera il suo inconfondibile uovo marinato.


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © Il Piccolo