Ciclismo, il triestino Skerl in gara alla Parigi-Roubaix: «Vivo tra emozione e ansia»

Il 22enne sarà in gara tra i pavé dell’Inferno del Nord con il team Bahrain Victorious. «Gara leggendaria: un onore esserci, darò tutto me stesso»

Emanuele Deste
Il ciclista triestino Daniel Skerl
Il ciclista triestino Daniel Skerl

Un triestino all’Inferno del Nord sulle strade e il pavè che hanno fatto la storia del ciclismo.

Tutto vero, il ventiduenne corridore del Team Bahrain Victorious, Daniel Skerl, al primo anno da professionista, domani sarà al via della Parigi-Roubaix. La Reine, che partirà da Compiegne per concludersi nel mitico Velodromo di Roubaix dopo 259,2 km e 55,3 km da percorrere sulle terribili pietre.

«Da dicembre ero riserva ma sinceramente non avevo mai pensato di poterla correre. Poi una serie di cadute, che hanno coinvolto alcuni miei compagni di squadra, e un buon stato di forma mostrato dal sottoscritto, hanno portato lo staff a scegliermi», racconta un emozionato Daniel che, come tutti i giovani ragazzi che corrono in bicicletta, sognava una corsa del genere.

«Sinceramente – continua il corridore che ha trascorso gran parte del mese di marzo in Belgio (l’ultima volta che ha attaccato il numero sulla schiena è stata il 26 marzo alla Brugge-De Panne) dimostrando un buon feeeling con le insidie del Nord –. Sto provando delle emozioni contrastanti. Da una parte c’è la grande voglia di vivere la prima Parigi-Roubaix della mia carriera, dall’altra però ci sono la paura e l’ansia di affrontare una delle corse più difficili al mondo, pura leggenda delle due ruote a pedali».

E dunque questa domenica nella Foresta di Arenberg e sui tratti di pavé, spesso decisivi come quelli di Mons-en-Pévèle e del Carrefour de l’Arbre, battaglierà anche Daniel che per l’ennesima volta riscriverà la storia del ciclismo triestino: infatti il ragazzo, che si allena principalmente sul Carso, riporterà l’alabarda alla Roubaix dopo 70 anni.

Nel 1955 Guido De Santi, triestino e professionista dal 1947 al 1957 collezionando 15 vittorie, concluse al 66° posto la sua ultima Regina delle Classiche dopo averla già corsa nel 1951 (ritirato), 1952 (46° posto) e nel 1953 quando fu costretto a un altro ritiro.

Appassionati e tifosi di ciclismo di tutta la regione sono curiosi di vedere cosa riusciranno a combinare sulle pietre Jonathan Milan e anche questo ragazzone triestino che ha tanta voglia di continuare a scalare le vette, di ogni genere, del ciclismo moderno.

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