Con Capello esce di scena l’ultimo italiano

Ma la Russia lo conferma fino al 2018. In pista per il tricolore resta solo l’arbitro Rizzoli
Russia's head coach Fabio Capello, left, gestures as he stands near Belgium's head coach Marc Wilmots, right, on the touchline during the group H World Cup soccer match between Belgium and Russia at the Maracana stadium in Rio de Janeiro, Brazil, Sunday, June 22, 2014. (AP Photo/Ivan Sekretarev)
Russia's head coach Fabio Capello, left, gestures as he stands near Belgium's head coach Marc Wilmots, right, on the touchline during the group H World Cup soccer match between Belgium and Russia at the Maracana stadium in Rio de Janeiro, Brazil, Sunday, June 22, 2014. (AP Photo/Ivan Sekretarev)

CURITIBA. E così per l’Italia resta in corsa solo l’arbitro Nicola Rizzoli. Già, perché con la Russia se ne è uscito anche Fabio Capello, l’ultimo italiano ancora impegnato in Brasile. Ha vinto tanto e perso poco. La botta però è stata dura, ma l’uomo lo è ancora di più e di certo non arretra di sua volontà. Per Fabio Capello, 68 anni, veterano di mille battaglie spesso vittoriose in campo e sulla panchina, la rapida uscita di scena del Mondiale brasiliano della sua Russia, nazionale ospite della prossima edizione della Coppa del Mondo, non può interrompere il progetto che sta portando avanti. «Con questa squadra siamo arrivati al Mondiale per la prima volta in 12 anni – ha detto il tecnico italiano parlando a Curitiba all’indomani del pareggio con l’Algeria che ha promosso agli ottavi i nordafricani – Penso di aver fatto un buon lavoro finora ed è un peccato che non siamo riusciti ad andare avanti».

«Nella mia carriera – aveva detto a caldo – non ho mai visto un Mondiale così spettacolare. Il livello del calcio praticato è il più alto di sempre. Il ritmo è altissimo e la qualità tecnica senza precedenti». Insomma, a suo parere ci sono motivi sufficienti per respingere qualsiasi ipotesi di dimissioni: «Finch* mi vogliono, io resto». A gennaio, Capello aveva firmato con la federazione russa un rinnovo quadriennale, assicurazione contro malaugurati eventi come una figuraccia in un torneo dal quale peraltro la Russia mancava da dodici anni e che anche grazie a lui ha ottenuto una convincente qualificazione davanti al Portogallo di Cristiano Ronaldo. Le aspettative erano ambiziose, ma come i lusitani anche i russi hanno dovuto fare presto fagotto. Due pareggi e una sconfitta in un girone non impossibile non sono certo un bilancio positivo, pur considerando che Capello aveva a disposizione non molti talenti oltre al goleador Karzhakov e al trequartista Kokorin, visto che anche lo stimato portiere Akinfeev ha «tradito». «E stato accecato da un laser», ha detto il ct per spiegare la papera che ha consentito ieri all’Algeria di pareggiare. Sarà vero, ma la Russia ha prodotto poco e servirà ancora tanto lavoro per presentarsi competitiva al 2018. Dalla Russia non filtrano per ora particolari critiche e il presidente della federazione, Nikolai Tolstykh, è subito intervenuto in difesa per dire che «Capello ha fatto un grande lavoro per il calcio russo e continuerà a farlo».

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