Condò: «Unione con personalità In diretta ho tifato alabardato»

L’intervista
«Molti tifosi sono certi che chi commenta le partite sia un sostenitore della squadra loro avversaria. Per quanto riguarda la seconda voce, beh... stasera gli juventini che lo penseranno avranno ragione».
Il Tweet è diventato virale in poche ore, la firma e’ quella autorevole e prestigiosa di Paolo Condò, triestino la cui carriera giornalistica brillante e sempre ascendente non ha condizionato minimamente l’amore di una vita, la Triestina, squadra della sua città. Condò, dagli inizi sul settimanale Trieste Sport passando poi per Il Piccolo e alle innumerevoli esperienze nazionali e internazionali nel giornalismo sportivo, è oggi uno dei volti di punta di Sky Sport, e sabato sera – assieme a Riccardo Trevisani – ha potuto commentare in diretta l’ultimo test precampionato della Juve sul manto erboso della “sua” Unione. In uno stadio Rocco che emoziona sempre.
Paolo Condò racconta uno degli aneddoti della serata: «Andrea Stefani, fraterno amico e dirigente Figc tra i protagonisti dell’organizzazione dell’Europeo Under 21, appena ha visto che ero in diretta mi ha scritto un messaggio che recitava: hai visto che bello stadio ti abbiamo fatto?» Ed è vero – conferma Paolo Condò -.
«Ne parlavo anche con Paratici della Juventus e Milanese prima della partita, ci sono squadre che arrivano in A con pieno merito sportivo, ma poi magari si trovano a dover chiedere delle deroghe per lo stadio o addirittura sono costrette a giocare le prime gare in trasferta. Fanno il risultato e in qualche modo poi si arrangiano».
La mente corre a due mesi prima, sempre ventimila anime stipate allo stadio Rocco, l’umore a fine gara, decisamente diverso.
«Peccato per quella maledetta partita con il Pisa, ci avrebbe avvicinato un po’ alla serie A, che deve essere la prospettiva di questa società grazie alla solidità che ha e a uno stadio che ha dimostrato che può ospitare qualsiasi grande evento anche internazionali».
Di fronte ai campioni d’Italia, che Triestina ha visto?
«Si sono affrontate due grandi squadre per le rispettive categorie. Faccio i complimenti alla personalità di Pavanel, sarebbe stato logico immaginare un gioco snaturato e abbassato nel baricentro e invece la Triestina non lo ha fatto, e anzi quando ripartiva lo faceva con molti uomini. Ma quello che è significativo è che è servita una magia, un gol meraviglioso di Dybala, per far cadere la Triestina».
Condò è apprezzato da tutti per il suo stile elegante e composto in ogni racconto. Certo se fosse entrata la bordata di Coletti...
«Ero già pronto a partire con i miei paragoni se quel pallone fosse finito in gol ma è stato bravo Szczesny».
Un amore a distanza, quello di Condo’, dovuto alle ragioni professionali (vive in Brianza). Ma quello della Triestina, e’ sempre il primo risultato da conoscere la domenica.
«Ricordo nel 2002, ero a Sendai nel ritiro dell’Italia ai Mondiali, ma un giorno me ne fregava poco dell’Italia, ero costantemente al telefono con Nicola Binda della Gazzetta che mi raccontava Lucchese-Triestina in tempo reale».
L’amore per l’Unione equivale all’amore per le proprie radici.
«E’ così. Quando giro l’Italia e mi chiedono per chi tifo io dico Triestina. Molti si sorprendono ma in generale c’è molta simpatia per la Triestina. Ricordo ancora i litigi a scuola quando magari un compagno mi diceva che tifava Milan o Juve, e poi Triestina. Io non lo concepivo, convinto come oggi che bisogna tifare la squadra della propria città».
Guido Roberti
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