Costantini: «La mia Unione, spirito di sacrificio e tenacia»

La Triestina ufficializza “Roccia” in panchina. «Dobbiamo trascinare il pubblico che è deluso da anni di disavventure. Difesa a quattro ma posso cambiare»
Di Antonello Rodio
Lasorte Trieste 25/10/12 - Aurisina, Allenamento Triestina, Nuovo Allenatore, Maurizio Costantini
Lasorte Trieste 25/10/12 - Aurisina, Allenamento Triestina, Nuovo Allenatore, Maurizio Costantini

TRIESTE. Tutto come previsto: il nuovo allenatore della Triestina è Maurizio Costantini. L’accordo con la società è stato trovato ieri all’ora di pranzo, e poco dopo “Roccia” era già a dirigere l’allenamento sul campo di Aurisina.

Un nome certamente di prestigio per una categoria come l’Eccellenza, ma anche, tra quelli disponibili, il nome forse più di richiamo per la piazza. Probabilmente il modo migliore per rilanciare un entusiasmo che nelle ultime settimane si era un po’ sopito.

Se l’aspettava di tornare sulla panchina della Triestina?

Dico la verità: io mi sono preso una lunga pausa in questi anni, perché ultimamente ero contrariato dal mondo degli allenatori, dove si lavora spesso perché hai conoscenze o amicizie. Per questo non mi sono mai spinto, chi mi ha chiamato lo ha fatto perché crede in me. Quindi non dico che me l’aspettavo, anche se quest’estate in tanti me l’hanno chiesto di avvicinarmi alla Triestina, ma secondo me non c’erano i presupposti.

E adesso cos’è cambiato?

Non è che ora improvvisamente è tutto bello: diciamo che adesso c’è questa realtà da provare a rimettere in moto, soprattutto per ridarle una certa organizzazione: perché prima ancora di quelli tecnici, a me interessavano gli aspetti organizzativi. In modo che quando arriveremo all’obiettivo che tutti speriamo presto di raggiungere, ci arriviamo attraverso un'organizzazione che sia in grado di sostenerlo e supportarlo senza dover per forza ricostruire tutto, con le difficoltà che ne conseguono. Che si possa insomma programmare il futuro con una certa serenità.

Si tratta insomma delle famose condizioni che ha posto per iniziare il rapporto con questa nuova società?

Condizioni è una brutta parola. Parliamo piuttosto di presupposti di lavoro che devono essere chiari: anche in una categoria di dilettanti, noi dobbiamo diventare almeno professionali, se proprio non si può essere professionisti. Bisogna mettere delle regole e poi rispettarle, lavorare nella maniera più professionale possibile, per far capire che si sta cercando di fare il massimo.

Però, nel frattempo, c’è anche una classifica da risalire.

Ma è ovvio che il discorso del campo è importante, le partite bisogna vincerle, ma le vittorie sono fini a se stesse senza un discorso più ampio. Perché la Triestina finora guardando i numeri non ha fatto male , ma è anche vero che ci sono alcune cose che con la mia conoscenza dell’ambiente posso aiutare a migliorare.

Quali sono le difficoltà di questa categoria?

Le difficoltà di una categoria particolare che la Triestina non ha mai fatto. Sono legate soprattutto a squadre che quando giocano al Rocco oppure contro una città come Trieste ci mettono più delle loro forze. Quindi si tratta di difficoltà in primis psicologiche, più che tecniche.

Eppure i tifosi stanno continuando a seguire l’Unione.

Appunto, qui c’è da mettere insieme un popolo che è deluso perché ha vissuto delle tragedie sportive e viene da anni di disavventure, ma che ha dimostrato di esserci, come dimostrano le tante persone allo stadio. E che ha delle aspettative, Noi dobbiamo pensare a vincere, a far innamorare la gente, siamo noi che dobbiamo trascinarla. Quando loro vedranno spirito di sacrificio e volontà, ci daranno sicuramente una mano.

Ha un modulo preferito?

No, so che i discorsi dei moduli piacciono molto, ma noi dobbiamo rapportarci alle capacità che abbiamo. In ogni caso credo che la difesa a quattro sarà la soluzione iniziale, la base, tutto il resto si vedrà e viene successivamente, anche in base ai giocatori e alla loro disponibilità.

Come lavorerà sulla squadra in questi giorni?

Non c’è tempo per incidere, solo la possibilità di dare dei concetti che alcuni ragazzi hanno già. Concetti per stare ordinati in campo, che poi, assieme alla giocata e alla ricerca dell’episodio decisivo, è l’unico modo per vincere le partite. Dobbiamo far risultati velocemente, magari adesso in maniera anche non brillante perché c’è poco tempo per lavorare. Poi col tempo cercheremo di crescere e far divertire.

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