Croazia, Kalinic rispedito a casa Cori omofobi a Neuer: inchiesta

Non solo la Germania che viaggia come una vecchia Trabant – altro che le gloriose “Frecce d’argento” –, o i singhiozzi di Argentina e Brasile, imbottite di giocatori che dovrebbero produrre calcio-spettacolo e che, invece, si devono arrendere al rigore tattico di Islanda e Svizzera. Il Mondiale ha mandato in scena anche due casi “spinosi” nelle ultime ore. Il primo è legato al rimpatrio del milanista Nikola Kalinic, ufficialmente per il mal di schiena, laddove si sussurra di un rifiuto al ct della sua Croazia ad entrare nel finale della gara vinta con la Nigeria. Il secondo riguarda i cori omofobi rivolti al portiere tedesco Manuel Neuer che si sono potuti ascoltare durante Messico-Germania: la Fifa ha già aperto un’inchiesta.
Retroscena. Come abbiamo accennato, è già finito il Mondiale di Kalinic, visti che il ct Zlatko Dalic ha deciso ieri di escludere l’attaccante del Milan dalla rosa dei 23: «Durante l’incontro con la Nigeria, Kalinic si stava scaldando e sarebbe dovuto entrare, ma mi ha spiegato di non essere pronto a giocare per un problema alla schiena. La stessa cosa è accaduta durante il match amichevole con il Brasile in Inghilterra, così come durante l’ultimo allenamento: perciò ho preso la decisione di farlo ritornare a casa prima del tempo. Ieri il centravanti del Milan ha lasciato il ritiro a Roshchino per fare ritorno in Croazia, ma i media di Zagabria hanno sottolineato che dietro ai problemi fisici del giocatore ci sarebbe una motivazione disciplinare: Kalinic si sarebbe infatti rifiutato di scendere in campo a pochi minuti dal termine della gara contro la Nigeria, quando il ct Dalic ha deciso di sostituire uno dei protagonisti della gara, lo juventino Mario Mandzukic. Infatti nel finale è entrato Marko Pjaca. Non è la prima volta che Kalinic si segnala per il carattere poco conciliante nei confronti del proprio tecnico: durante la scorsa stagione in rossonero, Rino Gattuso lo lasciò fuori dall’elenco dei convocati per una domenica dopo uno screzio avuto a Milanello.
Abitudini. La Fifa, invece, ha annunciato di aver messo «sotto inchiesta» il Messico per i cori omofobi dei suoi tifosi. A provocare il provvedimento è stato il comportamento tenuto sugli spalti dello stadio moscovita di Luzniki da alcuni gruppi di supporter del “Tri” che hanno indirizzato durante la partita contro la Germania degli insulti «di discriminazione sessuale» al portiere tedesco Neuer quando questi rinviava il pallone. Non è una novità, purtroppo. Nel campionato messicano, tutto “sangue e arena” è usanza comune a molte tifoserie dare del gay al portiere avversario che rinvia il pallone dal fondo. In tanti, da quelle parti, sostengono che si tratti solo di uno sfottò e non di parole discriminatorie. La tesi, tra l’altro, è stata accolta nel novembre scorso dal Tas di Losanna che aveva dato ragione alla federcalcio del Messico che si era rivolta al tribunale dello sport dopo aver ricevuto due multe per lo stesso motivo per cui è sotto inchiesta anche adesso, in Russia. Per questo allora le sanzioni pecuniarie erano state tolte. Si tratta comunque di una passeggiata sul filo del rasoio del regolamento, visto che la stessa federazione messicana prima dei Mondiali aveva rivolto un appello ai propri sostenitori affinché evitassero cori sgradevoli di questo tipo durante il torneo in terra russa. Saranno perdonati anche quelli rivolti a Neuer o la Fifa farà partire una multa “coi fiocchi”? (p.o.)
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