Da Freud a Di Davide, il tennis è anche “Giocoviz”

Roberto Degrassi

TRIESTE

Il gioco di parole del titolo è voluto e già fotografa l’anima del libro. “Giocoviz”. Pronunciatelo. Ricorda qualcuno? Si parla di tennis, ovvio, anche se a un livello che non è quello di Djokovic. Il tennis di cui scrive Giovanni Marzini nella sua ultima fatica in libreria (Edizioni Calembour, 146 pagine, 10 euro), è fatto di gioco e, appunto, di viz.

“Dimmi come giochi e ti dirò chi sei” , rammenta il sottotitolo e se qualcuno avesse dubbi incasserebbe un prepotente ace da parte di...Sigmund Freud. Si chiama “Il sesso come sublimazione del tennis” una raccolta di un’ottantina di scritti dedicati dal padre della psicanalisi al gioco.

Già, perchè si può capire una personalità vedendo come se la cava con una racchetta in mano. Dal “vorrei ma non posso o meglio, proprio non ci riesco” ai cosiddetti “pallettari”, quelli che Marzini confessa di odiare e considera un giusto mix tra Fantozzi e il ragionier Filini. Il tennista sparagnino merita un capitolo a parte, perchè più che al risparmio delle energie qui si parla di chi teme il conto del post match più di un diabolico passante lungolinea.

Libro di citazioni e personaggi, “Giocoviz”. E di aneddoti. Dalle partite contro avversari eccellenti come due ministri, Letta e Bassanini, affrontati a Roma e vincitori come caldamente raccomando dagli organizzatori, ai personaggi passati sui campi del Tennis Club Triestino, lo scenario del libro.

Il più improbabile dei match ricorda un personaggio straordinario che ha attraversato decenni di sport locale, tra calcio e tennis, John Di Davide, avversario sulla terra rossa di nientemeno che Corrado Barazzutti, fresco di successo con l’ItalDavis in Cile. Per la cronaca, il confronto finì con un doppio 6-1 per il campione friulano, tra le colorite recriminazioni di Di Davide, perchè va bene il fascino dei gesti bianchi ma il tennis è fatto anche di reazioni sanguigne, come testimonia un aforisma ricordato da Marzini («Nel tennis chiedere scusa dovrebbe essere considerato contro il regolamento») e attribuito al fumantino talento assoluto di John McEnroe.

Il tennis è fatto di circoli sportivi e di circoli nei circoli. Anzi, Academy. Anzi, Drink Team Academy. Appassionati di tennis dagli anta in sù, con un calendario tanto fitto di partite di doppio che la tormentata ultima annata ha solo un po’ ridimensionato.

A chiudere il volume, gli interventi di Antonio De Benedittis, numero uno del tennis in regione, Leo Bassi, Roberto Zaccaria, Franco Del Campo e Stefano Dongetti. —



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