Dal basket al calcio giocato e poi fischietto per gli amatori passando per Papa Francesco

TRIESTE
Una stretta di mano ed un colloquio di due minuti con il Papa. No, non stiamo parlando di un capo di stato o di un ministro, ma di “Roi”, così come viene chiamato dagli amici Matteo Roiaz, ex roccioso difensore del Muggia Calcio ed ora arbitro amatoriale di calcio a sette e contemporaneamente giacchetta grigia nel basket in Serie B. «Di professione faccio l’educatore ed assisto persone in una struttura e nelle scuole. Due anni fa, a maggio, c’era il progetto di portare un alunno a Roma, dal Papa, per coronare il suo sogno. Scelsero me per accompagnarlo in Vaticano ed assistere ad un’udienza generale del mercoledì. Ci ritrovammo in prima fila. Da lì a parlare con Jorge Bergoglio il passo fu breve. Dialogare con Papa Francesco è stato un grande onore ed uno dei momenti più belli della mia vita».
A proposito di sogni, anche “Roi” ne ha uno: «Un giorno - racconta - mi piacerebbe fare il giro del mondo. La mia passione è viaggiare ed appena posso faccio la valigia e seppur per pochi giorni mi ritrovo catapultato in varie località, in Europa e non». Le foto sul suo profilo Facebook non mentono e ricordano di un mondo senza il Covid-19, a partire da quella di copertina che lo ritrae a Londra ad Abbey Road, imitando la nota passeggiata sulle strisce pedonali dei Beatles. Ventotto anni, rivierasco doc innamorato della sua Muggia in cui vive da quando è nato, nella vita di tutti i giorni da più di dieci anni fa l’educatore con una grande passione: lo sport. Aveva iniziato a giocare pallacanestro, per poi passare al calcio con il Muggia, con cui ha esordito in Prima squadra in Eccellenza contro il Sarone. Dei rivieraschi, guidati in panchina da Furio Corosu, diventerà anche capitano.
A Corosu succedettero altri tre volti noti del calcio dilettantistico regionale: Musolino, Potasso e Sambaldi. Nel frattempo Roiaz aveva iniziato ad arbitrare nel calcio a sette triestino: «Avevo sedici anni – ricorda – e per pagarmi gli sfizi mentre studiavo cominciai a dirigere nei tornei amatoriali. Andavo con il motorino quasi ogni sera ad arbitrare ad Altura, campo particolarmente freddo. Essendo da sempre un grande appassionato di pallacanestro non appena lessi sul giornale di un corso per diventare arbitro mi feci immediatamente avanti. Il mio istruttore fu Matteo Degobbis e da lui imparai tanto su come stare in campo ed approcciare le varie componenti del mondo della pallacanestro. Arbitravo in tutte le categorie regionali, dalle giovanili alla Serie C Silver. Sin dalla prima partita ho sempre affrontato ogni contesa con il sorriso, la voglia di dirigere soprattutto divertendomi. Con gli anni la passione per questo ruolo, che sia di calcio a sette o di pallacanestro, non è mai scemata e mi permette di approcciare ogni gara come una nuova sfida fonte di grandi emozioni”. Da tre anni “Roi” dirige gare di pallacanestro nella terza serie nazionale, la serie B, e questo gli permette di unire le sue due passioni, l’arbitraggio ed i viaggi poiché le designazioni lo portano da un capo all’altro del Paese. Meglio di così...
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