Dall’Unione in A agli spari al Giro con “1945, Checkpoint Trieste”

Su Sky sport lo speciale di Matteo Marani 

TRIESTE La Trieste di Nereo Rocco, la Trieste dell’Unione ripescata in serie A e capace di arrivare seconda dietro solo al Grande Torino ma anche la Trieste del Ponziana che giocava nel campionato jugoslavo, la Trieste che si riversò a Montebello per accogliere Giordano Cottur e il Giro d’Italia nella tappa passata alla storia per gli spari di Pieris.

È la Trieste degli anni tra il 1945 e il 1948, raccontata in “1945, Checkpoint Trieste” lo speciale di “Storie di Matteo Marani” che sarà trasmesso da Sky Sport venerdì alle 23.15, dopo Milan-Empoli, e che sarà presentato domani in anteprima alle 18.30 al teatro Miela, presente lo stesso Marani, già direttore del Guerin Sportivo e oggi vicedirettore di Sky Sport.

«Ci siamo concentrati su quegli anni così particolari per Trieste ma in realtà il nostro sguardo abbraccia un periodo ancora più ampio, che parte dal ’43 e arriva fino al ’54» spiega Marani, giornalista sportivo sì ma storico di formazione. E così si parla anche dei drammi delle foibe e dell’esodo e di Zona A e Zona B, o del ruolo decisivo svolto dal Coni nei confronti del Cio nel vedere riconosciuta l’italianità degli atleti giuliani in occasione delle Olimpiadi di Sankt Moritz e di Londra nel 1948.

«Abbiamo lavorato oltre tre mesi - racconta Matteo Marani - per reperire i documenti originali al Coni di Roma o negli archivi dell’Istituto Luce e altre testimonianze come la foto di quel Ponziana che giocò nel campionato jugoslavo e nel quale militava anche Ettore Valcareggi, fratello di Ferruccio, futuro ct della Nazionale. E poi, ad esempio, le lettere di Leo Brunner per caldeggiare il ripescaggio della Triestina in serie A nel 1947, lettere spedite a tutti i presidenti di A ma anche a un giovane Giulio Andreotti».

Il lavoro si avvale poi degli interventi del marciatore Abdon Pamich, esule da Fiume, del pilota Mario Andretti, esule da Montona, dello storico Raoul Pupo oltre che, naturalmente, di Bruno e Tito Rocco. E non mancano la campionessa di scherma Margherita Granbassi e il ct del ciclismo azzurro Davide Cassani, al quale è affidato il racconto della tappa del Giro d’Italia del 1946, tappa - era il 30 giugno - interrotta dagli attivisti anti-italiani all’altezza di Pieris con blocchi di cemento sulla strada, lanci di chiodi e pietre e spari. Solo alcuni corridori, con in testa Giordano Cottur, poi proseguirono per Trieste dove vennero accolti come eroi a Montebello.

«Io stesso, che pure sono storico di formazione - spiega Marani - ho scoperto tante storie che non conoscevo. Quale è quella che più mi ha colpito? Certamente, il racconto di quella tappa del Giro è molto forte. Ma sportivamente parlando anche la costruzione di quella Triestina che nel ’48 arrivò seconda è un qualcosa di straordinario, il primo seme dei successi del grande Milan degli anni Sessanta».—


 

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