Daniele Botta a 39 e 170 gol ha deciso: adesso lascia il calcio
TRIESTE. La sua prima estate tranquilla dopo oltre vent'anni, senza i timori della vigilia e i patemi della preparazione. Solo vacanze e famiglia per Daniele Botta, 39 anni, ex capitano del San...

Bumbaca Gorizia 05_03_2017 calcio ProGorizia vs San Giovanni TS © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
TRIESTE. La sua prima estate tranquilla dopo oltre vent'anni, senza i timori della vigilia e i patemi della preparazione. Solo vacanze e famiglia per Daniele Botta, 39 anni, ex capitano del San Giovanni, propenso, o quasi, ad appendere le fatidiche scarpe al chiodo e a godersi il calcio da lontano, senza coinvolgimenti o rimpianti. Lui sembra crederci, o almeno prova a farlo.
Di fatto è uscito dal progetto di risalita del suo San Giovanni, una scelta dettata sia dall'anagrafe che dai personali proclami dello scorso anno: «In effetti avevo annunciato di chiudere con il calcio - conferma Botta - e la società ha preso in fondo atto di questo. Il nuovo allenatore Cernuta? Non ci siamo parlati, non ne abbiamo avuto l'occasione».
Decisione ufficiale? Per il gentleman del calcio triestino il campo a 7 non crea al momento motivazioni, questo è assodato, meglio mantenersi in forma e attendere magari una chiamata: «La condizione fisica non è mai mancata - ribadisce Botta -, è stata una delle mie costanti mire nell'arco della carriera, senza contare che i miei gol sono sempre riusciti a farli».
A proposito di reti. Di oltre 170 complessive, ben 99 sono state realizzate nella decina di stagioni con la maglia del San Giovanni. Un primato quindi, in grado di proiettare l'attaccante figlio d'arte negli annali storici della società rossonera, promuovendolo quale miglior cannoniere di sempre, con una manciata di stoccate in più rispetto a un collega sepolto tra gli archivi degli anni '50: «Era uno dei miei obiettivi - racconta Daniele Botta -, peccato solo che non sia servito a salvare il San Giovanni. Ecco, questo è uno dei miei grandi rimpianti, senza dubbio un vero dispiacere di fine percorso: auguro anche per questo a Spartaco Ventura il meglio. I ricordi più belli? Ne ho tanti fortunatamente - aggiunge convinto - ma le stagioni vissute a Muggia in Eccellenza sono assolutamente indimenticabili, quelli sono stati anni veramente stimolanti».
Da rendere stimolante ora anche il futuro, quello extra professionale e di famiglia: «Gioco da quando avevo cinque anni e da quando ne avevo 16 ho avuto impegni seri con una squadra con l'attività conseguente alla domenica - ricorda Botta -. Insomma, smettere non è facile anche se ora, grazie appunto alla famiglia e al lavoro, non sento particolare mancanza del calcio giocato».
Sarà così a lungo? Una giocatore integro, esperto e capace di ricoprire più ruoli più fare comodo ancora a molti. La porta insomma, sembra ancora aperta.
Francesco Cardella
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