De Rossi torna in azzurro per gli Europei Studente speciale nello staff di Mancini

L’ex capitano della Roma ha giocato 117 gare con la Nazionale 

il personaggio



Il cerchio magico si allarga e il nuovo entrato non è uno qualsiasi: Daniele De Rossi torna in Nazionale, lo fa in punta di piedi, ma non può passare inosservato. Lavorerà con e per Roberto Mancini, a costo zero fino alla fine dei prossimi Europei prima di sostenere l’esame per diventare allenatore. Un praticantato nella scuola d’élite azzurra, lui insieme con Vialli, Oriali, Evani, Lombardo, Salsano, Nuciari: collaboratori a vario titolo di un ct che ama circondarsi di chi conosce bene. Il collettivo Mancini. Fino a qui ha dato buoni frutti e allora anche imbarcare un fedelissimo alla causa (azzurra) come l’ex capitano della Roma, ultimo domicilio agonistico il Boca Junior, rispetta la tendenza.

De Rossi e la Nazionale è una storia fatta di 117 presenze, un titolo mondiale e un’ultima volta che sembra ieri. Titolare nella sciagurata sconfitta con la Svezia a Stoccolma nell’andata dello spareggio per il mondiale 2018, capitan futuro va in panchina nel ritorno di San Siro. Quando Ventura gli chiede di entrare in campo su quel malefico 0-0 lui si ribella in eurovisione e manda a stendere il ct («ma che c... fai entrare me, dobbiamo vincere non pareggiare, metti Insigne» e infatti resta in panchina): chiude qui De Rossi.

Finale sopra le righe nell’ora più buia del nostro calcio, ricordi che non potranno non affiorare lunedì a Coverciano, primo giorno di raduno in vista del trittico di gare per la qualificazione mondiale: «Sarà come tornare a casa. Ho tanto da imparare e spero di poter dare una mano alla squadra», le parole di uno abituato a trascinarle le squadre. Il presidente federale Gravina, regista dell’operazione, è contento, Mancini pure. E allora non resta che allagare il cerchio per fare spazio al neo arrivato.

Stasera debutta Totti, o il suo alter ego, in tv; lunedì De Rossi farà il suo secondo esordio in azzurro. Sarà anche una coincidenza, e lo è di sicuro, ma i due ancora una volta imboccano strade diverse. «Quando presi la fascia della Roma dopo il ritiro di Francesco, capii subito che per sopravvivere avrei dovuto comportami diversamente da lui» disse in una volta De Rossi. Fratelli, ma senza esagerare. E ora c’è il campo nel suo futuro anche se non è più capitano. —



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