Elena, studio e remo oltreoceano

La Waiglen si è trasferita nello Iowa dove gareggia con la locale Università
TRIESTE. Non è proprio così semplice lasciare a vent'anni il proprio paese per praticare uno sport altrove, oltre l'Atlantico, in uno stato stelle e striscie, l'Iowa, che dista davvero tanto da una Trieste con cui ha ben poco a che spartire. Ma la scelta di Elena Waiglein, giovane talento del remo alabardato, già una importante carriera alle spalle con il Saturnia e con la maglia azzurra, pare azzeccata.


Tra qualche giorno Elena, che ha trascorso in famiglia le feste natalizie, sarà già in Texas con le altre atlete del suo team per vogare al caldo, lontane dal gelo dal Midwest. «È una nuova opportunità – spiega con convinzione –: conoscere un'altra realtà, comunicare con altre persone. È davvero il nuovo mondo, che ti accetta per quello che sei».


La scelta di lasciare l'Italia per studiare e remare negli Usa non è stata un salto nel buio. Affiancata da due genitori attenti e sensibili, per mesi a stretto contatto con Andrew Carter e Jeff Garbutt, i due allenatori della University of Iowa, Elena ha fatto il grande salto. «Garbutt e Carter ci avevano avvicinato dopo l'argento europeo conquistato in Belgio – riprende Elena -. Ho “sentito” che erano i tecnici giusti per fare un salto di qualità, per migliorare. Non me ne sono pentita».


Gli inizi per la verità non sono stati facili. Poco più che ventenne, in un realtà scolastica e remiera completamente diversa, Elena ha lottato non poco per venire a capo del problema principale: la comunicazione. «Non padroneggiavo bene l'inglese e, va da sé, mi sentivo un po' isolata. Vivevo all'interno del campus assieme a una ragazza canadese. Per fortuna sono bastati pochi mesi per migliorare e, grazie alla collaborazione degli allenatori e degli altri studenti, sono riuscita a integrarmi».


Accanto al remo, in cui continua a eccellere, Elena Waiglein ha scelto lo studio della Psicologia. «Quando parliamo di sport e studio – spiega – balza subito all'occhio la differenza tra il nostro modo di pensare e quello americano. Da noi non si da credito a chi studia e si impegna nello sport, mentre oltre oceano non ci sono prevenzioni. Ti accettano per quello che sei – insiste – non ci sono pregiudizi, le mentalità sono aperte».


Dopo il periodo vissuto nel campus, ora Elena condivide una casa con altre quattro ragazze. «La cucina è un bel problema – osserva –: devi fare attenzione a quello che porti in tavola. La mia scelta è per i prodotti biologici, faccio attenzione alle carni zeppe di estrogeni e ormoni. Occhio poi per le mense al campus, mangi pollo e insalata per un mese e aumenti di peso!»


Dieta a parte, Elena vede il suo futuro negli Stati Uniti. «Conclusi gli studi, mi piacerebbe trovare lavoro in qualche studio oppure in un ospedale. A me interessa soprattutto poter aiutare i più piccoli. Mamma e papà? Gli amici triestini? Mi mancano, sono la mia famiglia. Ma a Iowa City ne ho trovata un'altra. E, d'altronde, con la crisi che si vive nel Belpaese, è necessario saper guardare avanti. Comunque sia a Trieste ci ritorno a giugno, per partecipare ai campionati italiani con la casacca della gloriosa SGT».


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