Giaccherini, piccolo grande uomo «Pronto a tutto, pure da terzino»

Piccolo grande uomo. Ma con i piedi buoni. Così buoni che a Talla, il paesino della provincia di Arezzo dove Emanuele Giaccherini è nato, lo chiamavano “Giaccherinho” per le sue finte e controfinte...
Di Valentino Beccari
Italy midfielder Emanuele Giaccherini meets the journalists at the end of a training session at the Euro 2012 soccer championship in Krakow, Poland, Thursday, June 7, 2012. (AP Photo/Gregorio Borgia)
Italy midfielder Emanuele Giaccherini meets the journalists at the end of a training session at the Euro 2012 soccer championship in Krakow, Poland, Thursday, June 7, 2012. (AP Photo/Gregorio Borgia)

Piccolo grande uomo. Ma con i piedi buoni. Così buoni che a Talla, il paesino della provincia di Arezzo dove Emanuele Giaccherini è nato, lo chiamavano “Giaccherinho” per le sue finte e controfinte che disorientano i difensori avversari. Tocco brasiliano ma statura modesta. Il suo nome finisce spesso sui taccuini degli osservatori di grandi club ma quel metro e mezzo e poco più lo tiene ai margini del calcio che conta. Il Cesena lo prende dal Bibbiena a 15 anni, ma senza troppa convinzione e lo manda in periferia. Forlì, Bellaria, Pavia. Poi di nuovo a Cesena, la Juve, la Nazionale. Insomma, ha fatto il giro largo per arrivare al calcio che conta ma adesso a 27 anni si gioca la sua grande chance.

«È vero, sono stato scartato spesso per l’altezza – afferma Giaccherini – ma rifarei il percorso della mia carriera. Evidentemente era destino così».

Contro la Spagna potrebbe anche giocare: esterno basso al posto di un Balzaretti non al top. È pronto?

«Sono sempre pronto. Prandelli mi ha scelto per la duttilità tattica e la determinazione».

Però dovrebbe adattarsi al ruolo di terzino...

«Nessun problema. Certo, è un ruolo di sacrificio dove bisogna correre per tutta la fascia ma sto bene, sono in condizione e anche nella Juventus svolgo compiti di copertura».

Meglio il 3-5-2 o il 4-3-1-2?

«Stiamo provando più soluzioni ma l’importante sono i movimenti giusti».

Era a sorpresa tra i 32 di Coverciano, poi tra i 23 e adesso candidato a una maglia da titolare: ma dove vuole arrivare?

«Quando il ct mi ha selezionato tra i 32 mi sono meravigliato ma dal primo giorno di raduno ho solo pensato a ritagliarmi un posto».

Ha “rubato” il posto al suo compagno Simone Pepe.

«Ci abbiamo scherzato su, ma Simone è un amico e le scelte non le ho fatte io».

Quanto deve a Conte?

«Tantissimo. Mi ha dato fiducia e se sono qui è anche per merito suo. Gli ho telefonato per dirgli che gli sono vicino in questo momento».

La Russia ha ridimensionato le aspirazioni azzurre?

«La sconfitta ci ha fatto bene, ora siamo più determinati che mai e questo Europeo lo giocheremo per vincerlo. Certo, la Spagna è forte ma non abbiamo paura. Balotelli poi è in forma, è un campione e sarà la rivelazione di questa rassegna».

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