Gli Elefanti in marcia sul Brasile
Se vale il detto “non c’è due senza tre”, allora per la Costa d’Avorio si mette male. Alla terza partecipazione, per altro consecutiva, nelle prime due (2006, 2010) venne sempre eliminata al primo turno. Non è questa, però, la tradizione africana che gli uomini di Sabri Lamouchi vogliono mantenere.
Li chiamano gli Elefanti, e mai come in questa edizione ci si aspetta da loro un passo decisivo e deciso verso la seconda fase. Tradire questa attesa sarebbe una delusione.
La squadra dell’ex di Parma e Inter vanta almeno tre dei giocatori più attesi dei Mondiali, che tutti insieme danno credibilità al progetto ivoriano: portare questa generazione alla consacrazione, anche perché l’occasione è ghiotta.
L’esperienza. Tra un pensiero e l’altro al calciomercato (ha salutato con una lettera i tifosi del Galatasaray), Didier Drogba è alla sua ultima vetrina mondiale. Lamouchi gli ha chiesto esperienza e professionalità da mettere a disposizione del gruppo.
Il talento. La stagione di Yaya Tourè è stata esemplare. Il centrocampista del Manchester City è stato il terzo miglior marcatore della Premier League dopo la coppia del Liverpool Suarez-Sturridge. Basta questo per inquadrare il suo stato di forma.
L’atteso. Ha risposto presente agli ordini di Rudi Garcia nella Roma: Gervais Yao Kouassi, per tutti Gervinho, potrà essere la spina nel fianco degli avversari.
L’indecifrabile. Wilfred Bony, attaccante dello Swansea, unisce forza fisica e doti tecniche. In qualificazione ha già sostituito Drogba, se dovesse essere chiamato in causa proverà a giocarsi la sua prima vera grande opportunità su un palcoscenico internazionale.
Per la Costa d’Avorio un girone sicuramente abbordabile ma equilibrato, dove parte un gradino sotto alla favorita Colombia. Decisiva per una buona fetta di qualificazione sarà già la prima partita di Recife col Giappone.
@dvdberti
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