Gli ex ragazzi di Villa Ara «Indignati e arrabbiati Era una scuola di vita»

I ricordi di Lucio Marini (Triestina), Vladi Tesovic, Maurizio Cespa e Rocco Quagliariello: «Lì siamo cresciuti»

TRIESTE. La nostalgia, i molti ricordi, l'incredulità.

Per chi ha vissuto sulla pelle l'esperienza di stagioni con i colori del Cgs nel tempio di Villa Ara, le recenti vicende regalano solo i tratti della rabbia, una sensazione di sconforto confusa con un senso di tradimento. Il “divorzio” (o mglio lo sfratto) tra i Gesuiti della Santa Ignazio e il Centro Giovanile Studenti non solo archivia una fase storica dello sport cittadino ma tende a graffiare valori e memorie di molti tra ex tecnici e giocatori che a Villa Ara, soprattutto a cavallo tra anni '70 e '80, hanno respirato un percorso di crescita e formazione sociale che andava ben oltre agli allenamenti e al pallone da rincorrere ogni giorno su un piccolo campo di terra battuta.

E' il caso di Lucio Marini, uno dei migliori talenti calcistici cresciuti a Villa Ara, centrocampista di classe che trovò modo di debuttare anche con la Triestina in serie C nel 1974, prima di approdare in D con il Monfalcone e a fare poi ritorno alla casa madre del CGS: «La reputo una situazione allucinante – sbotta Marini trattenendo a stento la rabbia per quella che considera una vera e propria ingiustizia – a Villa Ara abbiamo passato anni stupendi, non solo per la parentesi calcistica ma per il clima che si era instaurato tra noi amici e con gli stessi religiosi del posto. Se penso a quei tempi non posso mai trattenere la commozione – sottolinea – in quel posto siamo cresciuti prima come uomini e poi come calciatori. Il connubio era questo, poco da fare, del resto, quando è scomparso uno come Francesco Zambon le cose hanno preso una piega diversa, sino a quanto è accaduto in questi giorni...»

Già, Francesco Zambon. Il simbolo della coesione della passata coesione all'interno del Cgs resta lui, rimasto inevitabilmente scolpito nella memoria, anche nei cuori apparentemente “ruvidi” (calcisticamente parlando) di ex “studenti” come Vladi Tesovic: «Sono indignato, usando una parola più lieve di quanto pensi veramente – ha rimarcato l'ex mediano e allenatore – si stava bene, al di là del calcio, e questo soprattutto grazie ad un maestro di vita come Francesco Zambon. Il mio pensiero ora va soprattutto a lui, a quanto ha saputo fare e che ora sta sparendo».

Villa Ara non è stata una fonte solo di calcio nemmeno per Rocco Quagliarello, l'attuale tecnico del Domio, uno che all'epoca fece l'intera classica trafila, dai Pulcini alla Prima squadra: «Conservo da quelle parti i miei ricordi migliori – afferma sicuro – l'ambiente era sereno e oltre alla scuola si viveva la, felici, giocando assieme e crescendo. Quanto sta accadendo mi ha ferito fortemente e credo questo valga per molti».

Il respiro sociale dell'epopea del Cgs a Villa Ara emerge anche dai ricordi di Maurizio Cespa, storico cardine degli “studenti” negli anni '70 e con un passato niente male anche nel tennis da tavolo, altro retaggio delle risorse dell'epoca: «Purtroppo me lo aspettavo – sottolinea Cespa – Dopo Zambon le cose gradualmente hanno preso una piega diversa. Ho passato trent'anni con quei colori, quanti ricordi! Lo sport era solo una componente, l'insieme era una scuola di vita».

Ma una miriade di giocatori, anche poco noti o che hanno mollato presto l’attività agonistica, è passata per Villa Ara. Per esempio, anche il pm Federico Frezza che ora si dedica alla corsa. Più recentemente il settore giovanile della società sfrattata ha sfornato il portiere Luca Mosca e il difensore Gabriele Brandmayr, adesso nella rosa della prima squadra della Triestina. L’intera famiglia Brandmayr è sempre stata un punto di riferimento della società. Michele Brandmayr è stato a lungo presidente e allenatore del settore giovanile.

Nessuno mai ha dimenticato quelle particolari maglie arancio-verde e quelle giornate spensierate trascorse sul campo dei gesuiti.

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