Gomme e centralina ecco cosa cambierà
È da poco andata in archivio, tra le polemiche purtroppo, una delle stagioni più combattute nella MotoGp degli ultimi anni. E se a livello di equilibrio all’interno del paddock questo rappresenterà probabilmente l’anno zero del motociclismo, è altrettanto vero che a partire dalla prossima stagione verranno inserite diverse novità all’interno dei regolamenti. I principali temi sono gomme, nuova elettronica, motori e capacità dei serbatoi, senza contare che le MotoGp Factory abbracceranno le impostazioni Open, fondendosi dunque in un’unica categoria. E i piloti hanno potuto già provare alcune di queste modifiche nei primi test di Valencia. Partiamo da una delle novità principali, vale a dire il cambio degli pneumatici.
Le gomme. Dal prossimo anno si passerà dalla Bridgestone alla Michelin come fornitore unico. La casa francese adotterà cerchi dal diametro di 17 pollici, contro quelli da 16,5 usati finora. Le conseguenze? Di certo diverso grip (aderenza), maggior rigidità e feedback (reazione) da ritrovare, fattori che potrebbero costringere i piloti ad adottare un diverso stile di guida per non incappare in cadute.
Aerodinamica. Altra novità. Le appendici aerodinamiche montate sulle carene poi non dovranno avere un raggio inferiore ai 2,5 millimetri.
Motori. Grandi novità anche nel campo dei motori, con il numero dei propulsori che cambierà per i piloti della classe regina. Ciascuno infatti avrà a disposizione sette motori a stagione, contro i cinque per le Factory e i dodici per le Open del 2015, con una capacità del serbatoio assestata sui 22 litri. Lo scorso anno avevamo 20 litri per le Factory e 24 per le Open. Un’altra innovazione riguarderà il peso, con le nuove MotoGp che avranno un peso minimo di 157 chilogrammi (già nel 2013 si era andati al ribasso di due chili). Questo cambiamento con tutta probabilità non influirà troppo sul miglioramento delle performance, ma potrebbe essere invece importante per gli ingegneri, alla costante ricerca dello sviluppo definitivo del mezzo.
Centralina. Ma il 2016 vedrà anche il passaggio, già dichiarato da tempo, al software unico della tanto discussa centralina Magneti Marelli. Se però, dal 1° luglio scorso alla fine del mondiale 2016, Honda, Yamaha e Ducati dovessero richiedere una o più modifiche al software, la Dorna sarà obbligata ad adottarle, ma con i costi di sviluppo supportati dalle tre case. Il discorso è valido anche al contrario: se la Dorna dovesse proporre modifiche i tre costruttori dovrebbero accettare all’unanimità per far sì che queste diventino effettive. I team avranno a disposizione lo stesso numero di canali della centralina, tranne uno, da sviluppare a scelta, per aver così un minimo di libertà.
“Sottocategorie”. Un’ultima novità riguarderà la perdita delle concessioni Open per le scuderie che non hanno vinto gare sull’asciutto nel triennio 2013/2015. Ci sarà un meccanismo a punti (tre in caso di vittoria, due per il secondo posto, uno per il terzo). Chi raggiungerà tre punti in gare sull’asciutto avrà l’obbligo di passare da 24 a 22 litri di benzina. Quando un team invece arriverà a sei punti, senza distinzioni tra gare sull’asciutto o sul bagnato, perderà la possibilità di fare dei test con i piloti ufficiali e tutte le concessioni delle Open. Se invece una squadra non dovesse raggiungere nessuno di questi punti (nessun podio dunque) manterrà le concessioni Open anche per tutto il 2017.
Moto3. Saranno numerose anche le modifiche inserite in Moto3. Si parte dal telaio, con radiatori e air box inseriti tra i componenti per incremento delle prestazioni. I costruttori poi potranno rimuovere solo materiale dalla carena e dalla sede, mentre gli altri componenti dovranno restare nel loro stato originale. Tutti i pezzi di telaio non classificati nella lista invece potranno essere migliorati. Aumenta poi il numero di rapporti nella trasmissione primaria, da due a tre, e vi saranno più chanches per wildcar, che potranno usare qualsiasi motore omologato per il 2014 o 2015.
(Pochi) movimenti di piloti. Arrivano intanto anche i primi rumors di mercato. La novità principale riguarda un ritorno eccellente, quello di Casey Stoner, che sarà collaudatore per la Ducati, anche se non è da escludere un suo ritorno in pista per qualche Gp. I team principali hanno già definito le loro due guide e tra i piloti di punta non dovrebbero esserci cambiamenti. Yamaha avanti con la coppia Rossi-Lorenzo (non sarà semplice), Honda con Marquez-Pedrosa e Ducati con Dovizioso-Iannone. Conferme anche in casa Suzuki (Aleix Espargarò-Vinales) e Aprilia (Bautista-Bradl).
Si muovono allora le piccole, con il team Marc Vds che punta su Jack Miller e sulla new entry Tito Rabat. Il team Aspar Honda punta su Yonni Hernandez, colombiano che lascia così libera una sella alla Pramac, occupata nel 2016 da Scott Redding, che sarà compagno di Danilo Petrucci. Loris Baz infine ha raggiunto l’accordo con la Avintia Racing, e guiderà dunque la Ducati Desmosedici Gp14.
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