Basket, Ban annuncia il ritiro: si chiude un’era per lo Jadran
Dopo 18 stagioni, arriva al capolinea la carriera del capitano dei blu. Il saluto del ds Vitez: «Romantico vero come papà Marko»

Parlare di bandiere nel mondo dello sport è sempre più cosa rara. Si tratti di pallacanestro o altre discipline di squadra, l’evoluzione dei tempi e dei ritmi ha impresso e tracciato strade nuove, in cui il cambiamento la fa da padrone. E dato che il tempo è una delle variabili determinanti per misurare l’affetto, ecco perché parlare di bandiere nello sport, professionistico e dilettantistico, diventa romantico, inusuale, profondo.
La stagione dello Jadran si è conclusa da pochi giorni, con la salvezza miracolosa. La storia dello Jadran in termini più assoluti è fatta anche da bandiere. Una di queste è Borut Ban, icona della società, giunto a conclusione di una carriera vissuta, dedita, affiancata indissolubilmente allo Jadran. Il ritiro dall’attività è stato annunciato giovedì in occasione della presentazione del nuovo coach Jogan. Classe ’92, storico numero 8, Ban ha disputato 18 stagioni con la canotta blu, in B, in C, promozioni e retrocessioni tra le due categorie in particolare, spesso a fianco ad altre bandiere come Malalan, De Petris o Batich.
La storia di Borut Ban va però oltre agli ultimi 20 anni, è la storia di una dinastia, di un anello di congiunzione con il papà Marko, uomo iconico per la pallacanestro, simbolo a sua volta di casa Jadran, protagonista di quella storica promozione nella B Nazionale a fianco a nomi come Čuk o Starc prima di intraprendere altri percorsi con Desio e Pistoia.
Borut ha concluso al meglio, con la salvezza che garantirà il terzo anno consecutivo di B. Migliaia di punti per questa maglia, ultima stagione un po’ a singhiozzo per qualche acciacco ma contributo tecnico e morale fondamentale. Da vero capitano. Da vera bandiera, esempio per i più giovani. E in gioventù le occasioni di cambiar maglia ci sono state, anche con le sirene dell’allora Pallacanestro Trieste in B.
Boris Vitez, ds dello Jadran, su di lui: «Uno degli ultimi romantici del basket, il Totti nostrano. Si sarebbe meritato una platea di migliaia di persone per una standing ovation. Ha calcato le orme di papà Marko, ha dimostrato l’amore per lo Jadran dentro e fuori dal campo. Sono sicuro che Borut rimarrà vicino alla società perché è troppo prezioso, conosce il basket come pochi ed è elegante in tutto e con tutti. Avrebbe meritato di vedere fin dove sarebbe potuto arrivare ma questo dimostra il suo legame con lo Jadran».
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