Il calcio tra le prime 10 industrie italiane

Giro d’affari da 13 miliardi, ma resta un sistema che opera in forte perdita

FIRENZE. Il pallone gira e fa “girare” cifre miliardarie fino a diventare una delle industrie della top ten italiana. Ma il sistema calcio opera comunque in una situazione di perdita e i debiti nel solo settore professionistico sono ulteriormente cresciuti.

È la fotografia scattata dal Report Calcio 2015 realizzato da Figc, Arel e Pwc presentato oggi a Coverciano. Ma tra luci e ombre di questo bilancio il presidente della Figc Carlo Tavecchio osserva che comunque «il calcio professionistico è la madre di tutte lo sport in Italia». E lancia un monito: «Il calcio deve essere fatto dalle società che hanno i mezzi per farlo, va fatto con i mezzi propri perché questo è il sistema».

Il calcio professionistico italiano, indica il Report, ha raggiunto nel 2013/2014 i 2,7 miliardi di euro di valore della produzione, in crescita dell'1,2% sulla stagione precedente. Il movimento economico complessivo generato dal calcio, comprendendo anche attività dilettantistica e indotto, produce un giro d'affari di circa 13 mld, dato cresciuto del 53% in 10 anni, che pone il calcio tra le prime 10 industrie italiane.

Il sistema calcio però opera in forte perdita (317 milioni di euro, contro i 430 mln del 2010-11). I debiti aggregati del sistema professionistico hanno sfiorato nel 2013-14 i 3,7 mld di euro (contro i 2,8 mld del 2009-10), mentre il patrimonio netto è pari a 273 mln di euro, contro i 406,4 mln del 2009-10). Sotto il profilo della contribuzione fiscale e previdenziale, nel 2012 il gettito è stato di con 884,6 mln, che diventano 1.022,9 mln se si considera anche il gettito derivante dalle scommesse. Nel 2012 il contributo dello Stato italiano erogato alla Figc tramite il Coni ammonta a 68,3 mln, con un ritorno quindi superiore di 15 volte.

Il Report, presentato nell'ambito di un seminario formativo dell'Unione stampa sportiva, pone anche l'accento sul rapporto con le altre discipline. Il calcio incide da solo per oltre il 25% sul numero complessivo di atleti tesserati per le 45 federazioni sportive affiliate al Coni, per circa il 23% sul totale delle società e per oltre il 30% sul numero degli ufficiali di gara. Nella fascia di età compresa tra i 5 ed i 16 anni risultano registrati per una società di calcio quasi un ragazzo su cinque. In Europa, il calcio italiano è il quarto movimento di maggior rilevanza per tesserati.

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