Il girone degli azzurri Con Serbia e Spagna le sfide più insidiose

La Turchia “rifondata” è la mina vagante del gruppo B I padroni di casa ci provano, c’è anche l’esordiente Islanda
Di Andrea Sini

Un match sulla carta leggero, quattro sfide decisamente insidiose, con pochissimi margini di errore. Gli azzurri di Simone Pianigiani, inseriti nel raggruppamento B, sul parquet di Berlino se la dovranno vedere immediatamente con alcune delle nazionali più forti a livello continentale.

Turchia. Il primo scoglio, domani sera, è rappresentato dalla mina vagante guidata da Ergin Ataman. L’argento mondiale del 2010 è lontano anni luce: i flop del 2013 e 2014 hanno portato la federazione turca a una vera e propria rifondazione, con i lunghi Ersan Ilyasova e Semih Erden e Furkan Aldemir (in forza ai Philadelphia 76ers) chiamati a tirare la carretta per un gruppo nel quale spiccano anche l’esterno Cedi Osman, fresco ventenne, oltre al naturalizzato Bobby Dixon, visto in passato a Brindisi e già miglior giocatore delle finali in Turchia. Non si attendono miracoli ma segnali di vitalità per un gruppo alla ricerca di una nuova collocazione nel basket europeo.

Islanda. La prima partecipazione dell’Islanda agli Europei si preannuncia durissima, con coach Craig Pedersen alle prese con un roster decisamente corto: sia a livello di profondità della panchina, sia come centimetri a disposizione. Appena due i giocatori che superano i due metri: il centro di 2,18 Ragnar Nathanaelsson e l’ala Pavel Ermolinskij. Per il resto, l’unico elemento davvero degno di nota è la guardia Jon Stefansson, ex Napoli, Roma, Saragozza e Malaga.

Spagna. Sergio Scariolo sulla strada dell’Italia, ma questo non è il problema più difficile da risolvere. La nazionale iberica forse non è la favorita assoluta per la vittoria finale, ma si propone comunque come un autentico all star team, con giocatori di altissimo livello sia tra i veterani sia tra le nuove leve. Pau Gasol e Nikola Mirotic (pericoloso anche lontano da canestro) sono una certezza, anche se le loro spalle vicino alle plance non sono coperte come in passato. Dalla guardia Sergio Llull, stella del Real Madrid, si attende un torneo di alto livello, sulla scia delle stelle Sergio Rodriguez e Rudy Fernandez. Con gli esperti esterni Fernando San Emeterio e Pau Ribas chiamati a dare il solito contributo dalla panchina.

Germania. Il primo turno si gioca nella capitale tedesca e questo non è un fattore secondario. Ma la selezione guidata da Chris Fleming, una vita sulla panchina di Bamberg, ha già dalla sua un roster di ottimo livello. Dirk Nowitzki, leggenda dei Dallas Maveriks, 15 stagioni in Nba, non è più un ragazzino ma il suo valore non si discute. Di Nba si intende anche il play Dennis Schröder, mentre il lungo Tibor Pleiss è appena approdato negli Usa. Occhio al play naturalizzato Anton Gavel e al centro Robin Benzing, ex Bayern Monaco, che quest’anno giocherà a Saragozza con Drake Diener.

Serbia. Classe, talento e la tipica “cattiveria” delle squadra slave. La Serbia, argento ai mondiali 2014, ripropone lo stesso gruppo, con tanti giocatori al top della carriera. Da Nemanja Bjeliça, appena firmato da Minnesota, alla stella del Cska Mosca Milos Teodosic, dal lungo Miroslav Raduljica all’esterno del Fenerbahçe Bogdan Bogdanovic, che a 23 anni è una certezza. Con in panchina una guida esperta e affamata come Sasha Djordjevic, la Serbia può puntare davvero in alto.

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