Il Napoli sbanda nel testa coda con il Chievo: è solo pareggio

NAPOLI. La bestia nera del Napoli colpisce ancora.
Il pareggio per 0-0 rallenta il Napoli nell'inseguimento alla Juventus e premia gli sforzi di un Chievo rinato a nuova vita dopo l'arrivo di Di Carlo a sostituire l'ex ct Ventura. E in effetti nella mancata vittoria degli azzurri c'è tanto demerito dei giocatori di Ancelotti, ma anche tanto merito dei veneti, completamente trasformati rispetto alla squadra priva di idee e di organizzazione vista finora in campionato. Il Napoli ha evidenti difficoltà a organizzare la manovra d'attacco, sia per la robustezza fisica della retroguardia del Chievo, sia per la pioggia battente che comunque condiziona le giocate dei più tecnici tra i calciatori azzurri, ma anche per un atteggiamento caratterizzato da superficialità e approssimazione. Di fronte i partenopei si trovano una squadra ordinata e tignosa in cui tutti si danno una mano, con la difesa che riceve un consistente aiuto dei tre centrocampisti, in particolare da Hetemaj e destra e Obi a sinistra, i quali contribuiscono a fare densità ai limiti della propria area di rigore quando il Napoli attacca e a chiudere costantemente le linee di passaggio agli azzurri.
Nei 90’ di gioco i padroni di casa riescono a produrre soltanto tre nitide occasioni da gol, nel primo tempo con Callejon e nella ripresa con Insigne e Koulibaly, le cui conclusioni finiscono sul palo della porta di Sorrentino. Nella prima frazione di gioco Cellejon conclude con un tiro in diagonale a mezza altezza, deviato da Sorrentino in calcio d'angolo, un'azione che nasce da una velocissima ripartenza su calcio d'angolo battuto dal Chievo. I partenopei hanno anche difficoltà ad aggirare lo schieramento difensivo avversario. Malcuit si propone fin sulla linea di fondo, ma dalla parte opposta Hysaj è “bloccato” dalla presenza di Ounas che non dà una consistente mano al centrocampo e che d'altro canto non riesce a incidere neppure quando si propone come attaccante aggiunto. Nella formazione di Ancelotti è proprio il franco algerino a risultare il peggiore. Relegato sulla fascia sinistra del campo, Ounas non incide e solo quando nell'ultimo quarto d'ora è in campo anche Mario Rui per Hysaj, si rivedono gli automatismi giusti, con Insigne che trova maggiori spazi e si rende più pericoloso. L'inerzia della partita, però, non cambia neppure a seguito delle sostituzioni. Il Chievo nel finale accentua ancor più la propria vocazione difensiva, fino a trasformare la propria area in un bunker. E il Napoli non ha la lucidità per concretizzare la superiorità territoriale.
Una battuta d'arresto grave per il Napoli e una salutare boccata d'ossigeno per il Chievo.—
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